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384 SERVUS GIEBEN soluzione in quanto disturbava chi celebrava la messa. Ordin.a quindi ai frati di modificare l'altare. La disposizione, del 2 ottobre 1575, merita d'essere citata: Nella chiesa di S. Alessandro dei cappuccini, il tabernacolo venga collocato piu in basso quanto è la misura di un gradino dell'altare e si faccia due finestrelle, o una sola nel mezzo, affinché i frati che stanno nel coro possano vedere da quelle l'elevazione del S. Sacramento nelle Messe. Per questo vengano invece chiuse quegli spazi inutili che sono stati aperti sui ripiani dell'altare, perché sono di disturbo al cele– brante35. A norma delle leggi liturgiche, non solo le pianete e le borse si dovevano cam– biare e mutare secondo le rubriche, ma anche il conopeo del tabernacolo e il paliotto o frontale dell'altare. La conservazione di questi ultimi in appositi armadi, secondo i colori liturgici e le solennità delle feste, creava un grosso problema di spazio. Barto– lomeo da Bologna affronta la questione e ne offre una soluzione pratica: Noi non abbiamo armari grandi da potervi riporre tali telari di legno, quanti biso– gnerebbero per il numero de' palli; però facciasi almanco che ogni altare abbi il telaio che stia ben saldo ne' suoi pali; e nella staggia superiore di quelli telari vi si ponga una dozzina di brocchette incirca, fatte a foggia d'uncinelli; e cosi anco nella sommità di quei pali vi si pongano di quelle magliette o aneletti tanto distanti l'uno dall'altro, quanto sono le brocchette de' telari; acciò, confrontandosi questi con quelle, il sacre– stano nel mutar li pali, che si fa tanto spesso, ve li possa attaccare subito, sicché non abbi da stentare né da guastare i pali con ficcarvi delle brocche. Altrove, per risparmiare spazi, si rimettevano i telai àllineati all'interno dell'altare, di modo che ogni altare conteneva i propri paliotti, facilmente estraibili, che con un semplice gancio venivano fermati davanti all'altare 36 • Questa maniera di fare non sarebbe piaciuto a Bartolomeo da Bologna, per il quale "negli altari non vi ha da essere alcuna buca o finestra per riporvi cosa veruna" 37 • Intorno alla mensa degli altari si ponevano di solito delle cornici di buon legno, preferibilmente noce. La loro funzione era, tra altro, di difendere le tovaglie contro i furti facili. Benché il nuovo cerimoniale dei vescovi le abrogava, san Carlo Borro– meo le ammetteva e anche ai guardiani cappuccini era dato il permesso di usarle, a condizione che fossero ben rotonde e lisce per non danneggiare le pianete 38 . 35 Cf. Milano, Arch. Curia Arciv., Atti della visita di S. Carlo a Bergamo, vol. II, 330; il testo è citato in I.frati cappuccini N, 1574, nota 215. 36 Questa soluzione fu adottata per es. a Velp in Olanda, dove tuttora si conservano gli antichi paliotti, per di piu ricamati in modo semplice; solo quelli festivi sono lavorati con piu ricercatezza. 37 Modo di incaminare i novizi, in I frati cappuccini, I, n.1386, p. 1419. 38 "Cosi diciamo delle cornici di noce o è'altro legno nobile, quali si pongono d'intorno

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