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LA DEVOZIONE AL SANGUE DI CRISTO DI SILVESTRO DA ROSSANO 321 Dio perdoni a chi ha referito tal cose a S.A. illustrissima" 16 • Si potrebbe intuire in questa contrapposizione di vedute l'inizio di un certo scontro tra Silvestro da Rossano e Giovanni M. da Tusa, dal momento che il primo era un piu aperto sostenitore dell'interventismo autoritario del card. protettore negli affari dell'Ordine, mentre il secondo, che poi divenne vicario generale nel 1581, era contrario a queste ingerenze 17 • Non si conosce il motivo della presenza di Silvestro da Rossano a Napoli nel 1576, ma si sa che nel 1578 egli predicò la quaresima a Fermo; e durante questo tempo - come scrive C. Urbanelli - "è probabile che abbia dato il suo apporto alla stesura degli statuti per il buon gioverno della confraternita, che furono approvati nel 1579 dal vescovo di Fermo, il card. Pinelli, e stampati nello stesso anno da Astolfo De Grandis. Frattanto il pontefice Gregorio XIII il 27 novembre 1578 aveva dato l'approvazione canonica al pio sodalizio. Molta la stima che la cittadinanza ebbe sempre per questa confraternita e molti i pre– lati e i personaggi illustri che chiesero di ascriversi ad essa. Benefattore insigne ne fu mons. Ottaviano Santacroce, governatore di Fermo, che volle donarle una chiesa, l'attuale cappella del Cimitero, da lui edificata a sue spese, e dedicata alla santa Croce. I molti lasciti, che ebbe la confraternita da persone facoltose, servirono per aiutare i poveri e dotare fanciulle sprovviste di beni. Piu tardi la confraternita fu denominata della SS.ma Spina" 18 • Sono queste le notizie sicure della sua predicazione durante la quale egli in diverse maniere si interessò a divulgare la devozione del preziosissimo Sangue e a formalizzarla in una confraternita, dapprima a Piacenza nel 1570, poi a Firen– ze nel 1572, a Venezia nel 1573 e 1574 e a Fermo nel 1573 e poi nel 1578. Do– po questa data non risulta da nessun documento che egli abbia fondato altre simili confraternite o abbia diffuso· la devozione al Sangue di Cristo, mentre, dopo l'intervento della commissione inquisitoriale del 1576, il volumetto stam– pato a Firenze dal Marescotti nel 1573 spari dalla circolazione, né mai piu ven– ne ristampato. 1 6 Ibid, 528s, doc. 555. 17 Si veda, in questo senso, la piuttosto partigiana autobiografia del card. Santori, auto– ritario protettore dell'Ordine, nella quale, parlando del capitolo generale dei cappuccini del 1584, scrive che "tutta la furia del generale s'era voltata contra fra Silvestro di Rossano, pro– curatore generale di corte, come quello ch'ostava a' suoi disegni...". Cf. I frati cappuccini II, Roma-Perugia 1988, 464, n. 2194. 18 C. Urbanelli, Storia dei cappuccini delle Marche I/2: Vicende delprimo cinquantennio, 1535- 1585, Ancona 1978, 534s; ora anche in id. - G. Santarelli - Nanni Monelli, I Cappuccini a Fermo. Storia - arte- architettura, Fermo 1998, 22-23.
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