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320 COSTANZO CARGNONI cazione "infra annum", mentre aveva insieme l'incarico di leggere teologia ai frati. Richiesto dai signori anziani di Ancona per la successiva quaresima, non potè accettare l'invito perché era già stato prenotato per Ascoli Piceno, come spiega il vicario dei cappuccini delle Marche, fr. Marino da Santa Vittoria, in una lettera da Urbino del 4 giugno 1574: Il predicatore qual loro dimandano, per essersi fatto alli giorni passati il capi– tolo in Ascoli, è stato concesso a loro. Oltra di questo adesso se ritrova lettore nel luoco nostro di Fermo, dove che per tal occasione lui à cominciato a predicare nella detta città. Sicché mi trovo sconsolato per non poterli servire senza gran scandolo de quella magnifica città, tanto nostra amorevole... 13 • Dopo la predicazione quaresimale ad Ascoli Piceno nel 1575, il cappucci– no sarebbe stato convocato a Firenze, come ho accennato sopra, per essere in– quisito sulla dottrina e sulla sua confraternita del Sangue di Cristo. Per seguire ulteriormente la predicazione di Silvestro da Rossano, prima di soffermarci sui motivi della proscrizione del suo opuscolo devozionale, abbia– mo alcune testimonianze che allargano ulteriormente il campo della sua itine– ranza apostolica. Negli anni 1575-1577 non risulta che egli abbia sostenuto dei corsi di pre– dicazione. Questo sarebbe a favore della sua presunta permanenza in Toscana come vicario provinciale. Solamente, come annota anche G. Carlini, si conosce una sua lettera da Napoli del 14 dicembre 1576, nella quale si rivolge al cardi– nale protettore perché intervenga presso i superiori generali per impedire che "molti inlegitimi, homicidiarii et ignoranti che apena sanno legere" vengano or– dinati sacerdoti, "con ingiuria di Dio et danno della religione" 14 • Il card. Giulio della Rovere scrisse effettivamente in questo senso al vicario generale Girolamo Pratelli da Montefiore Conca. Gli rispose con molta delicatezza e fermezza il procuratore dell'Ordine, allora p. Giovanni Maria da Tusa (t 1584) 15, con lette– ra da Roma 12 febbraio 1577, confutando decisamente queste accuse come contrarie alla lunga prassi dell'Ordine. E aggiungeva come un lamento: "Ma 13 Cf. C. Urbanelli, Storia dei cappuccini delle Marche I/2, 534; I/3, 474, doc. 490. 14 Cf. C. Urbanelli, Storia dei cappuccini delle Marche I/3: Documenti, 1517-1609, Ancona 1984, 5234, doc. 550. 15 Su questo importante personaggio cf. C. Cargnoni, Note biografiche e iconografiche su Giovanni Maria da Tusa, in L'Eco di Gibilmanna. Numero speciale: Verso l'Università della Pace. Castelbuono 1995, 59-70; ora, in forma piu breve, anche in L'arte deipoveri. Museo ''Fra Giam– maria da Tusa" dei Frati Minori Cappuccini, Cefalù 1999, 12-16.
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