BCCCAP00000000000000000000870

LA DEVOZIONE AL SANGUE DI CRISTO DI SILVESTRO DA ROSSANO 317 1. La predicazj,one di Silvestro da Rossano e la devozjone al Sangue di Cristo Si può dire che tutta l'attività di predicazione itinerante svolta da Silvestro da Rossano trovava il suo cuhnine nella devozione al Sangue di Cristo, come strumento di animazione spirituale, come mezzo per divulgare fra il popolo la pratica dell'orazione mentale, considerata importante per incarnare nella vita il Vangelo, e come ricordo e frutto della stessa predicazione quaresimale che do– veva continuare nei suoi effetti di rinnovamento cristiano dei costumi. Ogni volta che ci imbattiamo in documenti che segnalano la sua predicazione, sem– pre spunta fuori, come fiore al suo occhiello, questa devozione, che viene poi raccolta e conservata da un gruppo di persone unite in confraternita e spiegata per loro in opuscoletti devoti e popolari. Per fare qualche esempio, sappiamo che Silvestro da Rossano, predicando a Piacenza nel 1570-1571 due volte la settimana ai preti sul tema dei sacramenti e spiegando la dottrina cristiana nei giorni di festa, nel periodo di avvento fino alla settuagesima, vi fondò anche la confraternita del Sangue di Cristo. Lo scrive don Andrea Gigio, un prete pia– centino, a san Carlo Borromeo il 23 novembre 1570: Per lunghi raggionamenti... con un padre cappucino, frate Silvestro di Calabria, uomo dotto, buono, e utile predicatore, esperto lettore di sacra teologia, e final– mente tale, che son certo, avendolo nella sua cità non gli dispiacerà... Ora, due volte la settimana legge, alli preti piacentini de sacramenti.s, predica le feste, in nome del cardinale di Piacenza e predicarà qui sin alla settuagesima... Ha gran zelo verso la dottrina cristiana delle feste, erige confraternite, ed erette le conferma, lauda ed essalta nelle sue prediche. Pocco fa ha eretta una fraternita del sangue di Giesu Cristo, una bella certo divozione, il modo della quale ho in animo di man– darla a monsignor Arabia.. .7. Si noti subito che si parla del "modo", come se Silvestro da Rossano aves– se già scritto e consegnato le regole e il metodo di questa pratica devozionale. Ma sappiamo che egli iniziò a stampare i suoi opuscoli solo tre anni dopo, nel 1573, come presto diremo. Tuttavia è significativo che le sue operette od opu- vio Provinciale OFMCap.: Filippo (Bernardi) da Firenze, Annui avvenimenti temporali occorsi la mat,?jorparte in Toscana dall'anno 1530fino al 1660 inclusive... parte prima (ms.), p. 289s; Giusep– pe Richa, Notizie istoriche delle chiesefiorentine divise ne' suoi quartieri, Firenze 1757, p. 91. - Questi documenti sono stati pubblicati da G. Carlini in Fra Noi 13 (1966) 29-33, dove vengono se– gnalate anche diverse imprecisioni cronologiche. 7 Cf. Ifrati cappuccini II, 371s, n. 2125. Il cardinale di Piacenza, al quale si accenna nella lettera, era il b. Paolo Burali d'Arezzo (t 1578), mentre monsignor Arabia era Girolamo Ra– bia o d'Arabbia (t 1594), che si fece Oblato nel 1578.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz