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128 GIOVANNA CASAGRANDE Oltre a traduzioni della regola in funzione delle sole penitenti-terziarie, si conoscono testi di costituzioni che offrono il tono di una decisa femminizza– zione dell'Ordine. Le costituzioni perugine di fine '300 22 - confermate da Eugenio N nel 1440 - si presentano a largo giro nella misura in cui si riferiscono alle terziarie dell'intera città autonomamente organizzate con una struttura che vede al verti– ce una "ministra generale" "quae illam habeat auctoritatem et potestatem, quae conceditur ministro a regula a Sede Apostolica vobis concessa" ["la quale abbia l'autorità ed il potere che è concesso al ministro dalla regola a voi concessa dalla Sede Apostolica e ad essa [tutte le terziarie] siano fermamente tenute ad obbedi– re in tutte quelle cose che spettano all'officio della sua sollecitudine'1; sono poi previste una priora ed una "discreta" per ogni rione cittadino. L'autorità della ministra [cui tutte le sorelle devono obbedienza non solo in quelle cose che comanda la regola, ma anche in quelle contenute nelle costituzioni] è "moderata"/"affiancata" dalla figura del visitatore, eletto dalla ministra insieme alle priore ed-alle discrete; il quale visitatore poteva essere sia un religioso che un prete secolare. Se nel caso di Perugia ci si trova di fronte ad un testo costituzionale che pare comprensivo di tutte le terziarie della città, le ordinazioni del monastero di S. Onofrio di Firenze, del 1476, pongono di fronte al piu stretto giro comunita– rio23. Il testo manifesta in modo preponderante la presenza, l'iniziativa, la giuri– sdizione della ministra: vera autorità centrale della comunità cui tutte le suore devono "portare grandissima riverençia e ubidiençia". In tutti i casi comunque ciò che emerge con chiarezza è la sfera di una conquistata e/o acquisita autonomia amministrativa e gestionale facente capo alla ministra cui tutte (in piu vasto o in piu ristretto ambito) devono obbedienza e reverenza: alle ministre competono dunque honores cum administratione. 22 Cf. nota 14. 23 Cf. di recente C. Cargnoni, Le costituzioni antiche della congregazione di Angelina da Monte– giove, in Le terziarie francescane della Beata Angelina: origine e spiritualità, a cura di E Menestò, Spoleto 1996, 123-126.
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