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124 GIOVANNA CASAGRANDE cani è largamente aperta al femminile (giovani comprese) e prevede l'offtdum priorisse6; il suo successo appare però piu lento forse per varie ragioni7]. Stando alla regola avrebbero dovuto esistere fratemite locali miste con ge– rarchia maschile. Scarsa in realtà appare la visibilità femminile tra '200 e '300, come sopraffatta da una evidenza maschile impegnata nella vita pubblica e nelle attività caritativo-assistenziali; anche i nuclei comunitari di sorores de Penitentia appaiono come risucchiati da altre regole ed ordini senza conquistarsi - almeno per quanto consta le mie ricerche in Umbria - un autonomo diritto di persi– stenza8. Al di là dei casi di "santità terziaria" 9 , già di per sé significativi di un conte– sto penitenziale femminile da incanalare e cui fornire dei modelli, la vera "rivoluzione terziaria" documentariamente s'impone con il progredire della se– conda metà del '300 pe~ affermarsi nel corso del '400 quando compaiono in vita numerose formazioni femminili autonome con proprie ed indipendenti "autorità" di riferimento: ministre/badesse e quant'altro. Ad una fase di latenza sembra seguire una fase di affermazione della Supra montem anche come regola per comunità (femminili), forse perché le semireli- 6 Meersseman, Dossier, 143-156. 7 Cf. il mio Religiosità penitenziale e città al tempo dei comuni (Bibliotheca seraphico– capuccina 48), Roma 1995, 279. Una studiosa svizzera ha cli recente dimostrato l'inesistenza della cosiddetta Regola cli Munio: Martina Wehrle-Johns, Dominika11erobservanz 1111d laikales Biijertum. Untersuchu11gen zur ''Mu11io-Regel" u11d zum domi11ika11ische11 Dritte11 Orden i11 Italien u11d Deutschla11d, in Ordi11i me11dica11ti e societàpolitica in Italia e Germa11ia: secc. XIV eXV. / Bettelorden und Gesellschajt i11 Deutschland 1111d Italien im 14. Und 15. jahrhu11dert, a cura cli Giorgio Chittolini e Kaspar Elm, Quaderno dell'Istituto storico Italo-Germanico in Trento [in corso cli stam– pa]. 8 Le motivazioni cli questo iniziale insuccesso possono essere varie: 1) la Supra montem poteva apparire come una regola non adatta a comunità; 2) la Periculoso cli Bonifacio VIII (1298) imponeva la clausura perpetua per tutte le comunità religiose femminili; 3) la Sancta Romana cli Giovanni XXII del 1317 nel condannare fraticelli ed affini finiva con l'inibire an– che ai penitenti-terziari il vivere da religiosi in comunità (cf. il mio Religj,ositàpe11itenziale e città, 215-216). 9 Santi e santità nel m0Ùme11to penitenzialefrancesca110 dal Duecento al Cinquecento, a cura cli L. Temperini, Roma 1998. Bartolomeo da Pisa nel D~ conformitat~ (1385-1390) menziona otto penitenti-terziarie (Elisabetta d'Ungheria, Umiliana dei Cerchi, Michelina da Pesaro, Rosa da Viterbo, Angela da Foligno, Mea da Siena, Lucia da Venezia, Margherita da Cortona; piu alcune regine e imperatrici) (Analecta Franciscana, IV, 360-362), il che costituisce una sorta cli punto cli arrivo nel quadro dei penitenti-terziari considerati ufficialmente santi nell'assetto complessivo dei frutti cli santità maturati dai tre Ordini.
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