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SAN FRANCESCO E GLI STUDI 35 A livello di contenuto non vi sono novità sostanziali rispetto a quanto si leg– ge nei capitoli IV-VI della RnB, anch'essi dedicati ai rapporti fraterni tra i ministri e gli altri frati: sebbene all'interno di una trattazione molto piu concisa e piu strut– turata, il Santo riprende le soluzioni che già aveva codificato nella regola precedente. La seconda parte del capitolo (vv. 8-13), tematicamente e logicamente sgan– ciata dalla precedente, si presenta come un'ammonizione generale sullo spirito di minorità che deve animare tutti i suoi frati. Ricalcando la dinamica bipartita im– pressa da Paolo al suo famoso testo di Galati 5, 19-23 riguardo ai frutti della carne e quelli dello spirito, l'esortazione fatta da Francesco si articola in due momenti: a) caveant fratres e seguono una serie di atteggiamenti che debbono essere evitati dai frati (v. 8); b) sed attendant lfratres] e vengono ricordati gli impegni positivi a cui sono chiamati i frati minori (vv. 9-13). Nella sua globalità anche questa seconda parte si ritrova nella RnB, in particolare nel c. XVII dedicato ai predicatori, dove Francesco, volendo ricordare ai suoi frati impegnati in attività pastorali lo spirito di minorità, si era rivolto a tutti indistintamente per esortarli all'autenticità della vita che doveva essere animata da semplicità e umiltà. L'unico elemento di tutto il capitolo che sembrerebbe costituire una novità è rappresentato dall'ingiunzione: "non curent nescientes litteras, litteras disce– re". Di tale esortazione non vi è traccia nei capitoli XVII e XXII della RnB che costituiscono sicuramente la fonte da cui è stato attinto il materiale della secon– da parte del capitolo. Né si ritrova qualcosa di simile in altri scritti del Santo. L'unico rinvio che in qualche modo potrebbe richiamare questo testo lo tro– viamo nel terzo capitolo della RnB: trattando dell'ufficio divino e dell'utilizzo dei libri, Francesco specifica che "laicis etiam scientibus legere psalterium liceat eis habere illud [librum]. Aliis vero nescientibus litteras librum habere non li– ceat"4. Pur possedendo una certa vicinanza con il nostro testo, tuttavia si è di fronte a due contenuti fortemente diversi: nel caso della RnB l'ingiuzione di Francesco riguarda il possesso del breviario legato dal Santo alla capacità di sa– per leggereS, mentre nel testo della RB l'attenzione si sposta sul leggere stesso, esortando i suoi frati a non imparare qualora non sappiano leggere. Perché Francesco aggiunge questa esortazione nel suo testo legislativo, la quale costituisce sicuramente una novità rispetto al testo precedente? Non è fa– cile né forse possibile dare una risposta precisa e sicura. Essa va cercata al– l'interno di una pluralità di considerazioni che, mettendo in evidenza alcune pi– ste di soluzione, mostreranno la complessità e la difficoltà della domanda. 4 RnB, III 9. 5 Su questo testo ritorneremo piu ampiamente in seguito.

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