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SAN FRANCESCO E GLI STUDI 63 generazione 84 , prime tensioni che si faranno piu acute e chiare già con frate Elia e con il successivo "sopravvento" giuridico dei chierici sui laici 85 • Con l'ammo– nizione rivolta ai soli "nescientes litteras" della RB, Francesco non ha come ob– biettivo riconoscere tale divisione e renderla definitiva - operazione interpreta– tiva che sarà invece attuata dalla lettura che i vari commentatori del I secolo di storia francescana faranno del testo della Regola-, ma quanto rivolgersi al grup– po piu vicino all'esperienza originaria di essere "idioti et subditi". Ad essi, che forse erano animati non solo dal desiderio di "parità" intellettuale, richiedendo di accedere alle lettere, ma anche da uno spirito di "rivendicazione di potere", Francesco esorta a non farsi tentare dal desiderio di saper leggere, ma di preoc– cuparsi dell'essenziale: liberi dall"'impedimento intellettuale" possono e debbo– no, meglio degli altri, tendere e attendere ad avere lo spirito del Signore e la sua santa operazione, custodendo la spirito di minorità e semplicità. 3. Conclusione Sia l'esame di storia redazionale che l'analisi strutturale e di contenuto del X capitolo della Regola di san Francesco evidenziano un elemento "estraneo" alla dinamica del testo costituito dall'ammonizione "non curent nescientes litte– ras, litteras discere", che sembrerebbe far pensare ad un"'inserzione" successiva posta sicuramente - non si hanno infatti motivi per pensare il contrario - da Francesco stesso. Questo carattere di "interpolazione" della nostra frase ha rin– viato necessariamente alla domanda sul perché di tale operazione redazionale compiuta da Francesco. Con molta onestà occorre dire che l'esame svolto per 84 L. Salvatorelli colloca intorno al 1220, dopo il ritorno di Francesco dall'Oriente, la nascita di una crisi interna all'Ordine da ricollegarsi anche al contrasto fra "l'elemento laico e l'ecclesiastico, indotto e dotto, democratico ed aristocratico: fra il carattere laicale primitivo e quello clericale successivo" (Antonio di Padova e la prima generazjone francescana, in Pegaso 3 [1931] n. 6, 717); questi appartengono anche agli aspetti che secondo Th. Desbonnets stan– no alla base dell'evoluzione che ha trasformato la "fraternitas" in "Ordo" (Dalla intuizjone alla istituzione, Milano 1986, 57-68, 101-112 e anche G. Miccoli, FranceJ'co d'AJ'J'Ùi, 104-110, 203-209). 85 Da una posizione privilegiata e maggioritaria con Elia, i fratelli laici verranno limitati numericamente e impediti giuridicamente nell'assunzione delle cariche con il generalato di Aimone de Faversham. Per una visione d'insieme della clericalizzazione dell'Ordine cf. N. Kuster, Tendenze di marginalizzazione dei fratelli laici nella storia dell'Ordine fino al concilio di Lyon (1274), inAna!.OFMCap. 112 (1996) 621-640; il testo è stato ripreso e ampliato anche in te– desco con un titolo però non tanto efficace e chiaro quanto quello dato alla versione italiana: Franzjskus und sein Predigerorden, in Wiss. u. Weisb. 60 (1997) 23-64.

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