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58 PIETROMARANESI 13) si può ritenere "un primitivo nucleo testuale" 67 di norme liturgiche riguardanti l'Ufficio e il digiuno rivolte a "omnes fratres", specificazione di destinatario che apre ambedue i gruppi di versetti e che nel primo è ulteriormente precisato con l'aggiunta "sive clerici sive laici". Non vi è distinzione all'interno della fraternità, tutti accomunati dalla stessa vita liturgica: OmnesJratres sive clerici sive laici faciant clivinum officium, laudes et orationes, secundum quod debent facere [...] Et similiter omnes fratres ieiunent a festo Om– nium Sanctorum[...]. Il secondo blocco (v. 4-10) costituisce chiaramente una ripresa e specifi– cazione di quanto detto sull'ufficio, distinguendo però all'interno della frater– nità tre gruppi: i chierici, i laici "scientes litteras" e i laici "nescientes litteras", e stabilendo tra loro una diversità di preghiera liturgica. Ai chierici è ordinato di dire l'ufficio aggiungendovi anche una serie di preghiere mnemoniche sup– plementari68. Per i laici invece le norme sono diverse e non chiaramente uni– formi: innanzitutto si distingue tra coloro che sanno leggere e quelli che non sanno, permettendo ai primi di possedere il breviario, mentre lo proibisce ai secondi 6 9, dunque concedendo-ordinando implicitamente ai laici letterati di recitare l'ufficio. D'altro canto ai laici, senza però specificazione, dunque a tutti i laici è ordinato di dire una serie di Pater noster in sostituzione dell'ufficio liturgico 70 , rivelando cosi una specie di contraddizione interna nelle norme ri– guardanti i laici che sanno leggere, ai quali si impone sia l'ufficio che "le pre– ghiere dei Pater. Questo secondo blocco di direttive liturgiche, oltre ad una incoerenza e imprecisione legislativa, risente anche di una situazione mutata 67 A. Ciceri, La Regula non buffata, 167, dove in pratica si verifica quanto l'autore, in ac– cordo con altri studiosi quali Flood e Pellegrini, nelle pagine introduttive aveva notato che nel testo della RnB si è cli fronte ad "una formazione avvenuta tramite aggiunte inserite qua e là a seconda del verificarsi degli avvenimenti nella stessa fraternità o nel relazionarsi della fraternità" (ivi, 135). 68 "Clerici faciant officium et dicant pro vivis et pro mortuis secundum consuetudinem clericorum. Et pro defectu et negligentia fratrum dicant omni die Miserere mei Deus, cum Pater noster, et pro fratribus defunctis dicant Deprofundis, cum Pater nostei' (RnB, III 4-7). 69 "Et laicis etiam scientibus legere psalterium liceat eis habere illud" (ivi, 8). 70 "Laici dicant Credo in Deum et viginti quatuor Pater noster cum Gloria Patri pro matutino pro laudibus vero quinque, pro prima Credo in Deum et septem Pater noster cum Glori.a Patri., pro tertia sexta et nona et unaquaque hora septem, pro vesperis duodecim, pro completorio Credo in Deum et septem Pater noster cum Glori.a Patri., pro mortuis septem Pater noster cum Requiem aetemam; et pro defectu et negligentia fratrum tria Pater noster omni die" (ivi, 10).

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