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56 PIETRO MARANESI Si diceva di entrare in "foresta" esaminando le varie fonti biog-rafiche su Francesco, con il rischio "di finire come Absalonne" 63 che rimase impigliato con la testa tra i rami di un albero cavalcando nella foresta di Efraim 64 • I brevi accenni qui fatti danno una conferma del g-roviglio e a volte dell'impenetrabilità che sembrerebbe regnare in essa. In ogni caso, occorreva soffermarsi su questi racconti, non solo perché essi, in particolare la Compilatio assisiensis, verranno utilizzati nuovamente dai frati nei dibattiti dei decenni successivi, ma anche per– ché, nonostante la riserva di critica storica che occorre avere su di essi, questi testi possiedono un posto privilegiato tra le testimonianze storiche su France– sco. La memoria in esse trasmessa dai socii della loro esperienza di Francesco, sebbene intaccata e forse forzata nei toni e nei colori dal loro disappunto spiri– tuale per le scelte che andava facendo l'Ordine, "contribuisce non di meno al recupero del Francesco storico, quale egli fu, nella radicalità e nella paradossa– lità dei suoi gesti, e quale fu recepito da coloro che con lui vissero in una con– suetudine singolare e potevano dire: Hoc vidimus oculis nostris multotiens nos qui fuimus cum illo" 65 • Ed essi non solo confermano la fedeltà quasi accanita, secondo i toni da loro usati, da parte di Francesco della scelta per la semplicità, quella che nel Testamento sembrava celata sotto il ricordo nostalgico dei primi tempi quando erano "idioti et subditi", ma anche ci offrono degli indizi storici per individuare già durante la vita del Santo una tensione dell'Ordine verso una scelta intellettuale, quella che forse Francesco, rassegnato, ha voluto attei;mare e ralmente e culturalmente, cf. l'interessante capitolo di G. Mìccoli, dedicato a Bonaventura e Francesco, nel suo Francesco d'Assisi, 281-302, del quale riporto un passaggio molto illuminan– te: "Egli [Bonaventura] compi l'operazione inversa a quella compiuta da alcuni« compagni», e soprattutto da frate Leone. Questi riallacciavano consapevohnente la loro battaglia di fe– deltà al tempo delle origini, a quello che sapevano o pensavano essere stato l'atteggiamento e le preoccupazioni di Francesco: lui scomparso si se:itivano investiti della responsabilità che prima era stata sua [...], si ponevano in una linea di ininterrotta continuità con il suo inse– gnamento. La biografia di Bonaventura si sforzò di eliminare proprio questa continuità, can– cellando dal quadro della vita di Francesco ogni discussione sull'ordine che non fosse la ge– nerica preoccupazione per la fedeltà ad alcuni principi generali, anche questi del resto rivis– suti e reinterpretati sulla base delle esigenze del presente. Quando ciò non bastava Bona– ventura ricorse a un procedimento diverso, applicando alla santità di Francesco e alla storia dell'Ordine uno schema di giudizio che stabiliva precise distinzioni, e insieme riconoscendo esplicitamente le differenze di situazione e di opportunità" (293-4). 63 Timore già espresso da C. Frugoni, Francesco el'invenzione delle stimmate, 16. 64 Cf. 2 Sam. 18, 9. 6 5 F. Accrocca, Francesco ele sue immagini, 92.

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