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SAN FRANCESCO E GLI STUDI 55 studi trasmesso nella Compilatio venne assunto, sebbene piu limitatamente, an– che da Tommaso nella sua Vita secunda, in particolare nella seconda parte del trattato, dove emerge piu forte l'utilizzo dei ricordi leonini a supporto di un giudizio del Celanense "sconfortante" nei confronti dell'Ordine, "anche se Tommaso non accede all'opinione di un suo irrimediabile degrado" 60 • Nella biografia composta da Bonaventura tutta la questione degli studi nella loro pro– blematicità per la vocazione originaria dell'Ordine scompare, e l'eliminazione del materiale leonino su questo argomento 61 rispondeva all'obbiettivo generale che guidava la sua elaborazione storica atta a presentare la situazione attuale dell'Ordine non come un tradimento, ma uno sviluppo dei germi presenti all'inizio, operazione questa che aveva il suo punto risolutivo nella collocazione della figura di Francesco fuori delle possibilità imitative dei frati: la sua vicenda era piu da ammirare che da imitare6 2 • za della Scrittura" (ivt). I testi del Santo di Assisi confermano una problematica già presente al tempo di Francesco, ma trasmessa da frate Leone con toni che tradivano forse una con– flittualità accentuata e non rispondente pienamente dle intenzioni di Francesco. 60 E. Prinzivalli, Un santo da leggere, 101. Sarebbe interessante tentare una tavola sinotti– ca tra i testi della Compila/io riguardanti gli studi e la Vita secunda. Molto sinteticamente risulta che i nn. 101-105 della Compilatio, riguardanti lo studio e la scienza, sono quasi del tutto ignorati dal Celano.. Al n. 62 della Vita secunda vi è un 11.nvio all'episodio del ministro che voleva possedere "libros ambitiosos" con la licenza di Francesco, dove però la risposta del Santo è molto piu forte di quanto si legge al n. 102 della Compilatio: "Librum Evangelii quod promisi, pro tuis libris perdere nolo. Tu quidem quod volueris facies; mea non fiet licentia laqueus". Al n. 195 della sua seconda biografia il Celano riduce al minimo il racconto del novizio che nella Compilatio occupa i nn. 103-105, trasformandolo in una parte essenziale: non è piu un novizio, ma un fratello laico: "Fratti laico volenti habere psalterium, et ab eo licentiam postulanti, cinerem pro psalterio obtulit". Al contrario, dal Celano sono ripresi alla lettera sia la condanna dei libri perché inutili nei momenti essenziali della vita ( cf. Compilatio 47 e Vita secunda, 195, per il testo cf. nota 52), sia il consiglio rivolto al ministro generale: "Non sit aggregator librorum, nec lectioni multum intentus, ne detrahat officio quod praerogat studio" (Compilatio, 43, 2; Vita secunda, 185, 10). 61 Dalarun parla della "malavventura" di Francesco subita a causa dell'opera storiogra– fica di Bonaventura che ha voluto dolcificare o riequilibrare le fonti agiografiche (Vita I, Leg– genda trium sociorum, Legenda Perusina-Compilatio assisiensis, e Vita Il) utilizzate per raccontare la "bonavventura" di Francesco (cf. La Ma/avventura di Francesco d'Assisi, 167-175). In questa operazione storiografica di Bonaventura è rientrata anche l'eliminazione di tutti quei passi della Legendaperusina nei quali "Francesco aveva occasione di esprimere la sua diffidenza nei confronti dei libri, del loro possesso, del possesso in particolare del salterio" (171). 62 Su tutta la complessa questione circa la rilettura bonaventuriana della figura di Fran– cesco posto in relazione ad un progetto ideale del Dottore francescano per giustificare e fa– vorire la nuova fisionomia dell'Ordine ormai ~chierata per uno stile di vita "efficace" pasto-

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