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32 PIETRO MARANESI sco lasciava sorgere in me un'impressione strana - e lo studio di essa qui pro– posto non l'ha del tutto fugata - suscitando una serie di domande sulle inten– zioni di Francesco nascoste in quella frase. Dunque, l'obbiettivo primario che muove queste pagine è in sé modesto e limitato, perché mira a superare delle perplessità per cosi dire personali. Il metodo di indagine sarà di tipo stratiforme. Innanzitutto si analizzerà il testo del X capitolo per inquadrare la nostra ammonizione nel suo contesto, co– si da mettere in luce, se sarà possibile, i retroscena redazionali e intenzionali che hanno guidato Francesco nell'inserire quell'esortazione rivolta ai "nescientes litteras". È chiaro che il tentativo ermeneutico di "aprire" il significato dell'am– monizione del X capitolo porterà inevitabilmente a interrogarsi, di conseguenza, su Francesco e sulla sua visione degli studi, a porre, cioè, delle domande sull'intenzione del Fondatore le cui risposte, se si riusciranno a raggiungere, non vorranno essere la verifica di un asserto preliminare, ma semplicemente la com– prensione di un piccolo, ma forse significativo testo di Francesco. 1. Analisi strutturale eprima lettura del testo Da una sommaria analisi di storia redazionale del X capitolo della Regola bollata (RB) risulta con chiara evidenza che l'esortazione "et non curent ne– scientes litteras, litteras discere" costituisce l'unica novità all'interno di un mate– riale composito ripreso dalla &gola non bollata (RnB) e riunito nel presente capi– tolo3. &gola bollata, X Regola non bollata c. IV, vv. 1-2: In nomine Domini[ vv. 1-2: Fratres, qui sunt ministri et servi Omnes fratres qui constituuntur ministri et aliorumfratrum, servi aliorumjratrum, in provinciis et in locis, in quibus fuerint, collocent suosfratres visitent et moneant fratres suos et humiliter et saepe visitent et spiritualiter moneant et et caritative corrigant eos, confortent non praecipientes eis aliquid, quod sit contra animam suam et regulam nostram. 3 Uno tra i problemi ancora non risolti negli studi francescani, è la mancanza di un unico testo critico degli scritti di ?rancesco accettato e utilizzato da tutti gli studiosi, e que– sto vale in particolare per la divisione in versetti del testo. Nel testo sinottico che riporto qui di seguito mi avvalgo in buona parte del lavoro di G. M. Vigna, Synopsis Regularum sancti Fran– cisci Assisiensis, Assisi 1997, 113-115.

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