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44 PIETRO MARANESI quanto detto nella Regola a coloro che non sanno le lettere di non curarsi di appren,derlezs. Le due affermazioni simmetricamente opposte nell'esortare i frati che non conoscono le lettere a non curarsi di impararle, mentre "fir– miter" vuole che imparino un mestiere quei frati che non lo conoscono, rive– lano senza ombra di dubbio quale sia la visione di vita dell'ultimo Francesco riguardo agli studi e al lavoro manuale. Contro ogni supposta conversione fi– nale di Francesco al valore degli studi per la vita del suo Ordine, il Testamento manifesta, dunque, una continuità di preferenza per una "vita idiota e sempli– ce" scelta per rivelazione divina, sebbene questo non significhi nel Santo di Assisi una disistima e, di conseguenza, chiusura e rifiuto nei confronti degli studi. Sono buoni e sono da onorare, ma non è stata la via che gli ha rivelato il Signore: essa passa per altri tragitti 26 • Si può cosi concludere che nel Testa– mento Francesco ribadisca in qualche modo l'invito ai "nescientes litteras" di non farsi ingannare dal desiderio di ciò che non è essenziale, rischiando di dimenticare la via maestra rivelata da Dio. Sebbene si debba lavorare solo su frammenti storici, che però ci vengono direttamente dal Santo di Assisi, sembrerebbe che nell'ultimo Francesco non vi sia stata una "conversione" all'elemento intellettuale: il Francesco presente nel Testamento è colui che pur onorando i teologi, sente ancora che il suo ideale di 25 Un'analisi attenta cli tutti i passi legislativi in cui Francesco ritorna sul lavoro ma– nuale è offerta da K Esser, Die Handarbeit in der Friihgeschichte des Minderbriiderordens, in FranZ: St. 40 (1958) 146-158, dove però, trattando del Testamento (cf. 155-157) non nota la diversità cli accentuazione tra le due differenti esortazioni nei rigaurcli delle lettere e del lavoro ma– nuale. Ancora sul tema del lavoro manuale nella primitiva esperienza francescana testimo– niata in particolare nella RnB e proposta poi al movimento laicale cf. D. Flood, Work far everyone, Francis of Assisi and the Ethic of Service, Quezon City 1997; cf. anche F. Accrocca, Fran– cesco e la sua Fraternitas. Caratteri e sviluppi delprimo movimento francescano, in F. Aceracea e A. Ci– ceri, Francesco e i suoifrati. La Regola non bollata: una regola in cammino (Tau, 6), Milano 1998, 31- 39. 26 È l'accettazione con riserva cli cui parla la Compi!atio assisiensis quando, richiamandosi proprio al Testamento in cui Francesco esprime il suo rispetto e venerazione per i teologi, pre– senta un Francesco non contrario alla scienza sacra, ma preoccupato del rischio che "multi fratres sub occasione aeclificancli alios climittent vocationem suam videlicet puram et sanctam simplicitatem, orationem sanctam et dominam nostram paupertatem" (n. 103, 6). Ci riferiamo all'ed. del Bigaroni: "Compilatio Assisimsis" degli Scritti di jr. Leone e Compagni su s. Francesco di Assisi. I edizione integrale del Ms. 1046 di Perugia con versione italiana afronte, a cura cli M. Bigaroni (Pubblicazioni della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova, 2), Assisi 1975; il testo e la numerazione dei capitoli (ai quali sono stati aggiunti i versetti) sono state assunti dalla recente edizione delle fonti francescane: Compilatio assisiensis, in Fontes Franciscani, a cura cli Enrico Menestò e Stefano Brufani [Testi, 2], Assisi 1995, 1471-1690), dal quale citiamo.

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