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IL MALATO NELLA VISIONE DI S. FRANCESCO 63 E nella Regola non bollata aveva permesso ai frati, per manifesta necessita dei lebbrosi, di chieder 1' elemosina per essi anche in danaro. Cioe di fronte al malato le regole di poverta sparivano e venivano soppiantate dalle regole della carita. Que– sto servizio degli appestati, ordinato con forza dalle costituzioni primitive, diede inizio ad una fulgida tradizione nell'Ordine cappuccino di assistenza fisica e spiri– tuale degli infermi, tanto che i cappuccini vennero denominati in qualche luogo i "frati della peste" o i "frati degli incurabili". Essi assistettero agli appestati in Italia, oltre che nel 1527, nel 1576 che corri– sponde alla cosiddetta "peste di S. Cado", nel 1630, durante la peste rievocata dal Manzoni; e ancora nel 1655-56, nel 1691 e nel 1885, in numerose citta della Peni– sola; in Austria nel 1627, nel 1678 e nel 171 O; in Belgio nel 1628 e nel 1670; nella Boemia nel 1680; in Francia nel 1580, nel 1628-32 e nel 1649; in Spagna nel 1631, nel 1647-49 e nel 1820; in Olanda nel 1633. Senza parlare degli altri tipi di assistenza agli infermi, come il colera, il morbo petecchiale, e senza ricordare 1' opera dei missionari, che hanno fondato e diretto numerosi ospedali e lebbrosari, consu– mandovi la propria esistenza, come ha fatto, ad es. p. Daniele da Samarate, morto lebbroso servendo i lebbrosi a Tucunduba nel Maranháo in Brasile nel 1924 e di cui e ora introdotta la causa di beatificazione 50 • Per accennare ad alcuni particolari che mettono in evidenza la visione che il frate aveva del malato, presento alcuni casi particolari. Nella peste di Palermo del 1624, quando i1 card. arciv. Giannettino Doria esorto tutti i superiori religiosi, con– vocati nel suo palazzo, a servire gli appestati, tutti reagirono con entusiasmo. Solo il superiore dei cappuccini era rimasto in silenzio, con grande stupore del prelato che conosceva la disponibilita a tutta prova dei cappuccini. La spiegazione per noi moderni suona un po' apologetica, ma dice anche la grinta di questi frati. 11 provin– ciale dei cappuccini avrebbe risposto che i frati devono essere solo usati, non hanno bisogno di essere persuasi a questo servizio di carita perché, nello spirito del loro istituto e secondo la mente di san Francesco, "ciascuno di noi si tiene prontissimo a sacrificare la vita sl in aiuto dei prossimi come per la gloria divina". Percio era ri– masto taciturno, come se 1' esortazione del prelato riguardasse solo gli altri religiosi 51 • 5 ° Cf. Melchior a Pobladura, Historia genera/is... , Pars secunda: (1619-1761), vol. II (Bi– bliorheca seraphico-capuccina, 9), Romae 1948, 125-145; Pars tertia: (1761-1940) (Bibliothe– ca seraphico-capuccina, 1 O), Romae 1951, 483-493. 51 Cf. Ifrati cappuccini. Documenti e testimonianze delprimo seco/o, vol. III: Santita e apo– sto/ato, Roma-Perugia 1991, 3684s.
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