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RECEZIONE DI RICCARDO DI SAN VITTORE IN BONAVENTURA 157 ad usare questa formulazione che, anzi, riporta piu da vicino ad Anselmo d'Aosta 59 , tuttavia e proprio in Riccardo che esse assumono il ruolo decisivo di argomenta– zioni logiche ontologicamente fondate. Le verita eterne, che sono necessarie, hanno evidentemente un fondamento che non puo essere probabile, ma che deve essere ugualmente necessario, non perla dimostrazione che la ragione ne puo fare, ma per la necessita ontologica dell'oggetto a cuí si riferiscono: ad esempio, la necessita dell'esistenza di Dio risiede non nella capacita della ragione umana di dimostrarla, ma nella stessa natura divina. Percio le rationes necessariae, dira il maestro vittorino, rimangono tali anche se si sottraggono momentaneamente alla capacita della ragione di conoscerle. Il ricorso alle rationes consente pertanto di legittimare l'impegno razionale nella comprensione della fede, che Riccardo defi– nisce nel I libro del suo trattato mediante l'espressione attestatio rationis 60 ; con tale attestatio egli non vuole indicare il bisogno di una conferma razionale delle verita da credere, quanto piuttosto la possibilita di esplicitare la loro intrínseca ragione– volezza: presupposti gli insegnamenti di fede, si puo provare anche la loro neces– sita razionale. La funzione logica e il fondamento ontologico delle rationes necessariae risul– tano decisivi anche per Bonaventura 61 , che se ne serve per giustificare e legittimare la scelta del metodo perscrutatorius sive ratiocinativus. Tale modus procedendi e il piu adatto al lavoro teologico, in quanto aderisce alla natura delle verita di fede, il cui fondamento rimane nascosto all'evidenza empírica, richiedendo di conse- 59 M. Melone, Lo Spirito Santo ne! De Trinitate di Riccardo di San Vittore, 83: "Trasmesse al Medioevo da Mario Vittorino e da Cassiodoro, che le avevano attinte dal vocabolario logico e retorico degli autori classici, esse si offrono come argomenti capaci di superare la verosimi– glianza e la convenienza. Con un'accezione piu stringente vengono introdotte nella ricerca teologica da Anselmo, all'interno della sua particolare dialettica era fede e ragione. Riccardo si colloca nell'alveo di quesea eredita, passata anche attraverso Ugo di S. Vittore, il quale non avcva esitato ad ammcttcre la possibilita per la ratio di provare alcune verita quali l'unita e la Trinita di Dio". 60 Richard de Saint-Víctor, De Trinitate. Texte critique avec introduction, notes et tables publié par J. Ribaillier (TPHMA 6), París 1958, Prologo, 84: "Parum itaque deber nobis esse que vera sunt de eternis credere, nisi detur et hoc ipsum quod creditur cum racionis attestatione convincere". 61 Cf. M.D. Chenu La teología come scienza nel XIII secolo, Milano 1995 2 , 80: "Di qui de– riva il mecodo di queseo "scrutamento" razionale, che Bonaventura mette significativamente sotto !'egida di Riccardo di S. Vittore (e attraverso di luí di S. Anselmo e delle sue rationes necessariae)".
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