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SAN FRANCESCO E GLI STUDI 57 limitare, non potendola impedire (!?), con l'aggiunta del nostro testo "et non curent nescientes litteras, litteras discere". b. Perché un'ammonizione ai soli ''nescientes litteras''? Tutte queste considerazioni, non sicuramente risolutive per un chiari– mento definitivo del retroterra storico dell' esortazione rivolta ai "nescientes litteras", sollevano, di fatto, una seconda domanda: se per Francesco la via della minorità e della semplicità resta fino alla fine la modalità principale della testimonianza da dare al mondo e il servizio piu efficace alla Chiesa - una scelta che non sarà superata e rivista da una conversione finale agli studi -, perché allora l'ammonizione sugli studi rivolta nel capitolo X della R.egola si limita solo ai "nescientes litteras"? Perché, cioè, la fedeltà ad uno stile "sem– plice-minore" di vita anche riguardo agli studi non è stata tradotta da France– sco in un'ammonizione piu generale rivolta a tutti i suoi frati ribadendo il pe– ricolo della "tantum sola verba" come nell'Ammonizione VII o dando, come è il nostro caso del X capitolo della R.egola, delle direttive precise che deterrni– nassero il modo di studiare e di impiegare la scienza per l'attività apostolica? In confronto alla RnB del 1221, l'ammonizione rivolta ai "nescientes litteras", rivela, come si è notato piu sopra, l'affermarsi in seno all'Ordine di un "nuovo" o "aggravato" problema che spinge Francesco a prendere posizione nella RB, ribadendo la scelta spirituale della minorità; tuttavia lo fa senza ri– volgersi a tutti, ma ad una parte dell'Ordine. Perché? Difficile trovare una ri– sposta sicura ed unitaria. ·vi è un indizio fornito ancora una volta dal con– fronto tra la R11B e la RB, il quale dà la possibilità di tentare un primo approc– cio all'interrogativo. Ed esso verte sulla distinzione-divisionè tra laici e chierici avvenuta in piu fasi cronologiche e all'interno della quale sembra potersi col– locare anche la nostra ammonizione del capitolo X dela RB. Nella RnB, quando al capitolo III si parla De divino officio, sono stati indivi– duati due livelli cronologici di formazione del testo66: il primo è da ritrovare nei vv. 1-3 e 11-13, il secondo nei vv. 4-10. Il primo blocco di versetti (nn. 1-3 e 11- 66 Cf. Dino Dozzi, Il Vange/p nella Regola non bollata di Francesco d'Assisi (Bibliotheca se– raphico-capuccina, 36), Roma 1989, 142-148, e anche A. Ciceri, La RtgJlh non bullata. Saggjo storico-critico e analùi tesf11ale, in Francesco e i suoi frati, 167-171. Nell'ampio commento fatto a questo testo da S. J. P. van Dijk (Tbe On'gins ofthe Modem Roman Ut11rgy. The 1.iturgy ofthe Pa– pa/ Court and the Francisca11 Order in the Thùteenth Century, London 1960, 188-201) non sembra cogliere questa evoluzione formativa del testo.
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