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38 PIETRO MARANESI suoi scritti, in particolare nella VII ammonizione dove chiarissimo ritorna il contrasto tra "littera et spiritus", tra "verba et operatio": Dicit apostolus: littera occidit spiritus autem vivificat. Illi sunt mortui a litte– ra qui tantum sola verba cupiunt scire ut sapientiores teneantur inter alios et pos– sint acquirere magnas divitias dantes consanguineis et amicis. Et illi religiosi mor– tui sunt a littera qui spiritum divinae litterae nolunt sequi sed solum verba magis cupiunt scire et aliis interpretari. Cosi, è possibile pensare che l'utilizzo dell'espressione ''habere sanctam operationem" del v. 9 del X capitolo della Regola abbia fatto compiere a France– sco in qualche modo un passo indietro redazionale per aggiungere al testo dei vv. 8-13 l'esortazione "non curent nescientes...". Indipendentemente dall'accet– tabilità dell'ipotesi di storia redazionale qui formulata, una cosa è indubitabile: mentre nei testi precedenti alla Regola bollata il rapporto tra "littera et operatio" erano risolti in forma esclusivamente morale, nel X capitolo della Regola la que– stione acquista una connotazione fortemente pratica: chi non sa le lettere non si curi di impararle. Francesco non si occupa piu del modo di usare le ''lettere", ma va alla radice, esortando ad evitare la "tentazione di voler saper leggere" per non essere distratti o allontanati da ciò che veramente deve occupare e preoc– cupare il frate, cioè la santa operazione animata dallo Spirito del Signore che per Francesco è la minorità e la semplicità. Dunque, la problematica della "mino– rità", da sempre presente nelle preoccupazioni del Santo, nel capitolo X è af– frontata e risolta aggiungendo un nuovo punto di vista, nuova impostazione e soluzione che lascia pensare ad una nuova situazione all'interno dell'Ordine. Non c'è piu soltanto il rischio per alcuni letterati, i pochi dei primi tempi del– l'Ordine, di perdere l'essenziale della sequela di Cristo a causa della loro scienza, ma forse si stava espandendo la richiesta, sempre piu urgente, di un utilizzo or– ganizzato e sistematico della scienza e degli studi in favore dell'attività pastorale, coinvolgendo anche il problema di coloro che entravano nell'Ordine senza una preparazione culturale. Forse l"'aggiunta redazionale" circa le lèttere e la novità del modo di trattare la questione nascondono una tale problematica che si stava affermando in seno all'Ordine già negli ultimi anni di vita del Santo. 2. Tentativo di interpretazione storica Dalla semplice lettura del nostro testo, però non si può andare piu oltre. L'analisi dei vv. 8-13 evidenzia una novità di contenuto e una tensione testuale, nello stesso tempo indica l'ìpotesi di un'evoluzione "problematica" all'interno dell'Ordine riguardo agli studi, non permette però di giungere ad una sicura e

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