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SAN FRANCESCOE GLI STUDI 37 conda parte del capitolo. Anche nel contenuto i vv. 9-13 non sono in continuità con la "concretezza" dell"'et non curent nescientes ...", ma con gli otto atteg– giamenti morali, i quali nei vv. 9-13 vengono ribaltati da Francesco proponendo quattro successive operazioni che debbono ("debent") osservare i frati: "habere Spiritum Domini..., orate semper..., habere humilitatem.. ., diligere eos qui...". Senza voler avventurarmi nel tentativo di provare un parallelismo sin– cronico tra le 4+4 ammonizioni negative del v. Ba e le 4 ammonizioni positive dei vv. 9-13, al fine cosi di poter avere un'ulteriore prova dell"'estraneità" del nostro testo - tentativo che esaspererebbe una "serena" lettura del testo e ri– schierebbe di giungere ad una sua "iperlettura" gratuita -, credo che gli elementi rilevati tra i due blocchi dei vv. 8-13 conducano ad una conferma dell'impres– sione che l'affermazione "et non curent nescientes..." sia in qualche modo "estranea" non solo allo stile letterario sul quale sono costruiti i versetti, ma an– che e soprattutto al contenuto fortemente morale di tutto il contesto. Tale conclusione di "estraneità" della nostra ammonizione nel contesto del capitolo X non vuole affermare che essa sia un testo interpolato successiva– mente da altri all'insaputa di Francesco. L'affermazione di non curarsi di impa– rare a leggere appartiene al testo redatto dal Santo, non si hanno motivi per du– bitarlo. Tuttavia il suo carattere di "estraneità" - difficilmente contestabile - e, insieme, di appartenenza alla penna di Francesco accentuano la problematicità del testo e lasciano ipotizzare una certa storia redazionale che potrebbe essere cosi ricostruita: dopo aver pensato e redatto i vv. 8-13 sul rapporto parallelo tra "caveant" e "attendant", caratterizzando tutto il materiale come un'esortazione morale di carattere generale imperniata sulla difesa dello spirito di minorità dei frati, e senza inserire il problema del non curarsi di saper leggere, Francesco viene stimolato a inserire questa esortazione, sostanzialmente estranea al conte– sto, forse dalla stessa frase con cui apre la parte positiva (vv. 9-13) dove dice "desiderare habere Spiritum Domini et sanctam eius operationem", che lo rin– via a quanto aveva detto nella RnB al c. XVII: Spiritus enim camis vult et studet multum ad verba habenda sed parum ad operationem et quaerit non religionem et sanctitatem in interiori spiritu sed vult et desiderat habere religionem et sanctitatem foris apparentem hominibus. Sotto questo richiamo vi è il problema centrale per Francesco del pericolo del solo apparire al fine di ricevere gloria, una tentazione che per i frati si con– centrava nella loro attività "pastorale-culturale", dove piu forte era il rischio di preoccuparsi "ad verba habenda" per una ricerca di onore, perdendo cosi lo spirito di minorità. È questo un tema caro al Santo di Assisi spesso presente nei
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