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138 VINCENZO CRISCUOLO Non è nostro intento presentare, dimostrare e valutare il peso documenta– rio e il valore storico dei rogiti notarili in materia testamentaria, ivi inclusi i te– stamenti dei novizi: anche su tale problematica non mancano studi seri, che tendono a porre nella loro giusta luce sia le questioni relative ai processi forma– tivi e agli aspetti redazionali dei testamenti, sia le indicazioni sulla personalità e sulla condizione sociale ed esistenziale dei testatori, sia l'abbondanza di dati sto– rici su situazioni specifiche vissute nella loro realtà concreta, sia infine l'ampio spettro di interessi - di natura economica, finanziaria, religiosa ed umana - contenuti nelle variegate e spesso complesse disposizioni testamentarie2. Non si ritiene inoltre opportuno esaminare tutte le testimonianze docu– mentarie sui testamenti, rogati per conto di novizi francescani fin dai primi de– cenni dell'esistenza dell'Ordine: le fonti storiografiche a questo riguardo, pur– troppo edite solo in regesto, pur non essendo esaustive, presentano tuttavia un'ampia gamma documentaria, che si estende dalla metà del Duecento alla metà del Cinquecento e la cui analisi consentirebbe di tratteggiare alcune carat– teristiche specifiche per i testamenti francescani; va comunque tenuto presente che una ricerca finalizzata in tale ambito, condotta a tappeto nei fondi notarili di archivi comunali e statali, potrebbe senza dubbio consentire il rinvenimento di un numero di testamenti di novizi francescani infinitamente piu ampio di quello attualmente a disposizione. 1. I testamenti dei novizifrancescani In questa sede si può dedicare soltanto un cenno alla documentazione te– stamentaria francescana già pubblicata, cenno che va fatto solo a titolo di se- 2 Su questi aspetti cf. in modo particolare "Nolens intertatrts decedere''. Il testamento cov1e fonte della storia n:ligiosa e ,ociale. Atti de/l'i11co11tro di studio (Pemgia, 3 v1agefo 1983) (Archivi dell'Umbria. Inventari e ricerche, 7), Perugia 1985; in tale volume hanno particolare impor– tanza i seguenti contributi: A. Bartoli Langeli, Nota introduttiva, IX-XVII; R. Brentano, Co11Si– derazjoni di 1111 ktt01? di testamenti, 3-9; A. Petrucci, Il testamento come d0Ct1mento, 11-15; G. Gatti, A11to11omiaprivata e volo11tà di testare nei secoli XIII e XIv, 17-26; G. Severino Polica, ''Storia della morte" e teslammti: ,ma scheda da Era,mo, 27-30; M. Roncetti, Testamenti al cov,p11ter, 35-37; A. Rigon, Orientamenti 1?1igiosi epratica testammtmia a Padova nei secoli XII-XIV (prime rici:rche), 41- 63; T. Biganti - M. G. Bistoni - C. M. Del Giudice - P. Monacchia, I testav,enti negli arrhivi degli enti religio.ri di Pemgia, 65-69; M. I. Bossa, I testamenti i11 tre registri notarili di Pemgia (seconda metà del Trecento), 77-93; M. Rossi Caponeri, Nota s11 alcrmi testan,enti della fine del ,eco/o XW relativi alla zona di Orvieto, 105-111.

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