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126 GIOVANNACASAGRANDE fratres e sorore.r, ora però tale separazione appare contravvenire alla regola e per– tanto i penitenti-terziari assisiati chiedono la revoca di tale disposizione. Cosi Giovanni d'Amiel, nunzio pontificio nelle Terre della Chiesa, incarica France– sco, abate del monastero di S. Bartolomeo di Camporeggiano (Gubbio), di va– lutare la situazione 12 . Come già accennato la Supra montem non stabilisce alcuna separazione tra fratelli e sorelle, anzi lascia intendere rappqrti di coesistenza, tuttavia nel tempo, dove prima dove dopo, dovevano verificarsi e/o maturare realtà contingenti che muovevano nella direzione della separazione. Non si sa - che io sappia al momento - come si sia evoluta la questione interna alla frater– nita assisiate, ma traspare dalla documentazione superstite un ramo femminile attivo per suo conto e facente capo ad una propria figura responsabile qualifi– cata abbati.rsa 13 • Sul finire del '300 a Perugia la separazione tra terziari e terziarie trova pie– no riconoscimento nella stesura di costituzioni - confermate nel 1440 da Euge– nio N - che rendono del tutto autonomo e distaccato l'universo terziario fem– minile della città da ogni legame/rapporto con il ramo maschile (probabilmente per altro in forte declino qualitativo e quantitativo) 14. Nei primi anni 40 del '400 realtà di separazione sembrano consolidate a Perugia, Firenze e Camerino cosi che terziarie di Siena e di Roma chiedono a loro volta di distaccarsi dai rispettivi rami maschili15 poggiando la loro richiesta sull'esempio perugino (e delle altre città). La congregazione folignate di Angelina da Montegiove, dal canto suo, si dà una sua struttura autonoma con una ministra generale e ministre locali per le singole comunità16_ Ho avuto piu volte occasione di sottolineare il successo della Supra mon– tem17 come regola in grado di coprire e garantire varie e diver~e soluzioni di vita 12 Cf. il mio Religiositàpenitenziale e dttà, 194-197. 13 Ibid., 197-198. Il termine, in luogo di "ministra", si incontra in varie sedi, e credo non debba meravigliare essendo di consolidata tradizione monastica e quindi usuale ed adatto ad indicare la responsabile di una qualche formazione femminile. Una abbatissa com– pare a Città di Castello nel 1292 (Ibid., p. 206) ed un'altra a Todi nei primi del '300 (Ibid., 308 nota 515): già segno di una divaricazione di ruoli? 14 Riferimenti vari nel mio Religiosità penitenziale, 177-178 in particolare; per il testo cf. B11/larù1m Fra11dscam1m, N.S. I, 456; trad. it. in G. Andreozzi, Storia delle ngole e delle costit11zfo11i dell'Ordine Fra11cesca110 Secolare, Perugia 1988, 171-177. 15 B11llari11n1 Fra11cisca1111n1, N. S. I, nn. 808, 928. 16 Anno 1428, cf. B11/lari11m Fra11cisca1111m, VII, n. 1826. Per la tendenza all'autogoverno cf. ad esempio J. Pennings, Semi-Religio11, Women in 15h Cent11,y Rome, in Mededelingen van het Nederlands I11stitr111t te Rome, 47 N. S. 12 (1987), 131-133.

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