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332 MARIO SCADUTO « detta compagnia non è della volontà di Dio, ma della volontà propria », riferiva episodi tali da far pensare alle posteriori aberra– zioni molinosiste, specie nei più acerbi. Questo tra l'altro: « ... da fr. Francesco da Cuccanina ho sentito dire discorrendo della compagnia della volontà di Dio e raccontandoli io un difetto che havevo di ridere in choro et in refettorio, l'ho sentito dire - dico parlando meco - che se mi liberavo dal ridere in choro et refet– torio, come sopra, era volontà di Dio; ma se non mi ne liberavo, non me ne prendessi fastidio, perché era volontà di Dio. Et io li risposi: mi par molto duro, che una cosa ch'è diffetto... sia volontà di Dio, et detto fr. Francesco mi replicò... Bisogna far la volontà di Dio, senza considerare se quello che si fa è attione buona o cat– tiva, ma credere in fede, ch'è volontà di Dio... » 16 • Asserire - come allo stesso teste capitò di sentirlo dalla bocca dello stesso Candelari - « che gli bastava l'animo di fare che una persona in poco tempo arrivi alla vita essenziale e unione con Dio... senza bisogno di fargli attraversare la via purgativa e facen– dogli guadagnar tempo», sostenere anche che « quando uno è giunto nell'oratione all'unione con Dio non lo deve dire al p. Spirituale, né farne conto, ma lasciarsi portare e reggere da impulsi e dolcezze spirituali»; scrivere in un modo e agire in altro, mormorando dei superiori e dei loro devoti, esaltando invece i membri della nuova compagnia « giunti all'apice della perfezione», erano sintomi che, secondo i casi, potevano lasciar perplessi uomini come il vecchio p. Clemente da Jesi17, provocare i sarcasmi o gli allegri commenti degli altri. A costoro, quasi certamente, mirava il p. Benedetto da Norcia l'iniziatore, a detta di tutti, della compagnia della volontà di Dio - in una lettera consolatoria al p. Antonio Francesco da Ancona: « ... Tibi datum est nasse mysterium regni Dei, sed ceteris in para– bolis ut videntes non videant, audientes non intelligant; e però beati oculi quae vident quae tu vides. O padre Antonio Francesco mio caro, allegro allegro in Christo, perché Deus inimicos tuos induet confusione, super te autem efflorebit sanctificatio Dei » 18 • In seguito a questa seconda denunzia l'inquisitore interrogò l'accusato solo su due punti precisi: se veramente avesse detto che la perfezione si può acquistare in pochi mesi; in quale senso in– tendesse che tutte le cose sono volontà di Dio. Quanto al primo, il cappuccino dichiarò di non ricordare precisamente una tale proposizione, ma, nel caso che l'avesse espressa, prima di lui 16 Ibid., f.202r, 204v. 11 V. la sua testimonianza f.20Sv-207r. Ma fr. Girolamo da Camerino affermerà che « li frati se ne ridono» (ibid., f.212). 1s V. il testo della lettera (Narni 24.3.1672) ibid., f.213v.

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