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330 MARIO SCADUTO huomini che donne, ai quali insegnano questa, che chiamano via facile et subitanea alla perfettione non conosciuta dalli antichi, quali anche affermano essere stati ingannati, è parso bene ai nostri por– tarne la notizia a V.P.... » 9 • Secondo il denunziante, questo movimento spirituale era sorto in seno alla provincia cappuccina della Marca da un quinquennio : notizie precise, tuttavia, si erano avute da un anno circa e da varie fonti scritte e orali. Si richiamava in concreto alle testimonianze di fra Girolamo da Camerino, chierico cappuccino, degne di fede, « per esser stato di famiglia con alcuni di questi ». Principali espo– nenti, stando alle risultanze, erano: il p. Benedetto da Norcia del convento di Narni, il p. Antonio Francesco d'Ancona del convento di Gradara, il p. Onorato da Ancona, guardiano del convento di Sca– pezzano, il p. Paolo da Fabriano, sacerdote studente, e tre frati laici: fra Francesco d'Acquacanina, fra Marco da Jesi, fra Geremia da Fano. Essi, oltre che tra loro, erano in corrispondenza episto– lare con persone esterne, devote all'Ordine, che facevano parte della compagnia, i cui membri solevano scambiarsi l'appellativo di « ani– me sante » e lodi di santità: il p. Antonio Francesco era in grado anche di additarne cinque « gratissime a Dio » 10 • La denunzia seguì il suo corso; ma il S. Ufficio nell'agosto rimetteva l'affare nelle mani del card. Borromeo, protettore dell'Or– dine, che nominava un commissario nella persona del p. Francesco da Sestri, munito di pieni poteri per « procedere in questa causa » 11 • Il commissario, informatosi sul posto, non trovò gli estremi per un procedimento disciplinare : scagionò il Candelari, inviandolo poi a Città di Castello per riprendere lo studio della filosofia. Il p. Antonio Francesco iniziò, ma non compì l'anno scolastico per malattia; richiesto, nella seguente quaresima, come supplente dal guardiano del convento di Gradara, rientrava in provincia, rima– nendovi definitivamente per ordine del p. Stefano da Cesena, allora ministro generale 12 • La vertenza non si chiude con le decisioni prese dal commis– sario. Nel capitolo provinciale tenuto dopo la pasqua 1674 a Seni– gallia gli spirituali, spalleggiati da uno dei definitori eletti, il p. Giuseppe da Fossombrone, tentarono la rivincita. Ma, se non si parlò « di rimedio delle cose di detta Compagnia», sia il provin- 9 lbid., f.199r. 10 Ibid., f.200v. 11 Una lettera in questo senso del card. Barberini (Roma 13.8.1672) informava l'inqui– sitore di Ancona che l'affare era stato rimesso nelle mani del protettore dell'Ordine il card. Borromeo. Vedi testo f.201r. 12 Ibid., f.8Iv.
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