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ANTONIO FRANCESCO DA ANCONA E IL QUIETISMO 329 noviziato dei cappuccini di Roccacontrada, terminando il regola– mentare tirocinio nel convento di Corinaldo, dove nel frattempo l'impianto era stato trasferito perché « l'aria della Rocca Contrata non si confaceva al nostro maestro » 6 • Emessa la professione, fu inviato al convento di Filottrano, presso Ancona, rimanendovi tre anni con l'ufficio di sagrestano, « conforme si usa nella nostra religione quando s'è chierici». In seguito passava ad Apiro per lo studio della filosofia, che do– vette presto interrompere per malferma salute. Trascorse un pe– riodo di cura a Osimo; quindi ad Ancona, sotto il governo del p. Paolo da Offida, dove rimase cinque anni, senza riuscire a rimet– tersi: era « infermo di una specie di volvolo » 7 • Finito il periodo del chiericato, fu ordinato sacerdote a Pergola, dove celebrò la prima messa. L'anno stesso dell'ordinazione intervenne al capitolo provinciale di Fermo; poi, sempre per la salute cagionevole, passò di convento in convento a Fossombrone, a Scapezzano, a Rocca– contrada, a Senigallia. Consigliato dai medici, verso il 1669 o poco dopo si recava ai bagni di S. Casciano 8 • Di ritorno sostò a Siena per circa un mese, trattenuto dal guardiano di quel convento, p. Bernardino da Uzzano, che lo mise a contatto con un gruppo di spirituali senesi coi quali intrattenne, al rientro in provincia, una corrispondenza epistolare che, sequestrata, dopo molti anni, e per tutt'altro motivo, come si vedrà, doveva procurare al religioso il carcere e una condanna del S. Ufficio nel maggio 1690. Ma i dispiaceri causati al Candelari da sospetti sulle sue dot– trine spirituali non attesero scadenze così lontane. Questi comin– ciarono al suo rientro in provincia dalla cura delle acque di S. Casciano, e presero le mosse dalla sua attività svolta nel frattempo a Scapezzano, Pesaro, Fano, Gradara, Urbania. Mentr'era a Gradara fu coinvolto in una formale denunzia, sporta 1'8 luglio 1672 all'inqui– sitore di Ancona dal confratello p. Settimio da Jesi, predicatore e definitore della provincia della Marca, a nome anche del provin– ciale e degli altri definitori: « In questa nostra provincia della Marca vi sono alcuni religiosi, altri sacerdoti altri laici, li quali sotto specie di perfettione hanno instituito fra di loro una compagnia, che chiamano La Notte Oscura, sogietto della quale è la volontà di Dio. Ma perché in questa volontà di Dio framischiano et insegnano molte cose che più tosto alla vo– lontà di Dio paiono repugnanti e contrarie all'ubbidienza delle nostre leggi e superiori, con pregiuditio di molti giovani, che vengono da loro instruiti, non senza scandalo de nostri, anzi de secolari tanto o Cod. cit., f.79v. 7 Jbid., f.80r. s Jbid., f.80v.
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