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344 MARIO SCADUTO temetti insieme con altri miei scritti spirituali affine di prevalermene per profitto dell'anima mia, prima però di ciò fare, io spontaneamente tutto portai al p. Inquisitore Solimani, essendo io ancora studente, affine d'intendere il sentimento di mia riveritissima madre S. Chiesa; e ciò feci per atto di somma riverenza e non per alcun stimolo di coscienza ch'io havessi, mentre le dottrine le ho pigliate ne santi padri e gravi autori in fonte... Onde non saprei che più havesse po– tuto fare un buon cattolico, un buon cristiano e un buon religioso... » 53 • Con ciò l'incriminato richiamava alla coerenza i giudici, né si può dire che il ragionamento fosse privo di forza; ma ciò facendo invitava, involontariamente, a un riesame di quelle dottrine ch'egli, in buona fede, aveva fatte sue. Il processo contro l'eremita Mattei sin dall'ottobre 1687 aveva messo a nudo una delle fonti delle sue deviazioni: appunto la Regola di perfezione del Canfield e la inter– pretazione datane dal Candelari nelle sue lettere; le censure più gravi del S. Ufficio ad alcune proposizioni in queste contenute si richiamavano precisamente alla dottrina contenuta nella Regola. Che il processo contro l'eremita senese e l'altro contro il cappuc– cino marchigiano abbiano per lo meno contribuito alla condanna postuma del mistico inglese non mi pare possa mettersi in dubbio. Un decreto del S. Ufficio del 25 aprile 1689, pubblicato il 29 no– vembre, condannava la « Regola di perfezione del p. Benedetto da Canfelt, Inglese dell'Ordine de' Minori Capuccini, e tradotta dalla lingua latina nell'italiana. In Viterbo 1667 ». Si noti: era l'edizione adoperata dal Candelari5 4 • La sorte di questo doveva essere decisa dopo quasi un biennio di penosissima detenzione. Per quanto lenita dal trattamento umano dell'inquisitore, che intervenne personalmente, presso la Congrega– zione romana, in favore del prigioniero malandato in salute, fu ugualmente dura per il Candelari « mezzo perduto » nei rigori del– l'inverno 1689, trascorso « coperto e vestito» solo del suo abito religioso 55 • Il 10 ottobre, finalmente, gli vennero lette le proposizioni ripro– vate, con obbligo di esibire le sue spiegazioni entro 8 giorni 56 • Ovvia– mente, questo termine era in rapporto con il decreto di condanna della Regola di perfezione non ancora pubblicato. L'incriminato non poté rispondere entro la scadenza prefissa, date le sue malferme condizioni fisiche 57 • Allorché il 15 febbraio 1690 il S. Ufficio fece pervenire una nuova intimazione circa le proposizioni qualificate 53 Ibid., 161v. 54 Su queste vicende v. O. DE VEGHEL, op. cit., 493-496. 5 5 V. lett. del p. Antonio Francesco al card. Cibo (31.3.1689) nel Cod. cit., f.50-52. 56 lbid., f.128-137. 51 Ibid., f.138.
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