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342 MARIO SCADUTO della volontà di Dio essentiale, la chiamo col sudetto autore essenza divina, essendo oggetto nobilissimo più atto essere amato dalla vo– lontà che dall'intelletto e sensi imaginariamente discorso in quanto dice purissima essenza». - « Io comincio con i principi del p. Be– nedetto - risponde a proposito della sesta - il cui fine è la con– templazione dell'esenza di Dio in sé e non del non essere delle crea– ture... Onde per cominciare a disporre e depurare l'intentione inse– gna il p. Inglese non doversi distinguere l'opera dalla divina volontà... fra loro non vi è distintione alcuna... Questo egli fa, acciò che l'anima si asuefacci a puoco a puoco, operando, ricordarsi della sola divina volontà, indirizzandosi così interiormente e spiritualmente al suo ultimo fine e pian piano alla cognitione di Dio in tutte le cose... Con questo fondamento, scrive esso p. Inglese, dobbiamo annichilare non solo tutte le cose, ma anche noi medesimi... » 46 • Secondo il mistico da Canfield l'anima non può giungere alla visione o contemplazione della volontà di Dio essenziale operando. Di qui la necessità di desistere da ogni attività dell'intendimento, perché tutte le operazioni intellettuali sono di ostacolo alla visione della volontà divina. Ciò vale anche per ogni specie di immagini e fantasmi e ogni esercizio della volontà. Desistere da ogni atto e operazione non vuol dire soppressione totale di ogni attività vitale, ma cessazione del modo di operare umano e naturale per mezzo d'im– magini cavate dai sensi 47 • Il cappuccino d'Ancona si richiama a questa dottrina rispon– dendo alla quarta proposizione: « il p. Benedetto Inglese nella vita sopraeminente elimina e toglie simile forme come offendicoli e macchie», per far posto alla sola « nuda fede». Ma « quando dico fede - precisa - sempre l'intendo in sentimento di s. Tommaso, accompagnata dalla speranza e informata dalla carità ». Essa non esclude l'esercizio di atti virtuosi « che sino da principio s'incomin– ciano a praticare, quale, come dissi, mai si lasciano » 48 • Nel palese tentativo di offrire sempre un'interpretazione per– fettamente ortodossa della dottrina spirituale da lui professata, il Candelari non sempre è limpido: a volte prende l'abbrivo da lontano, ma strada facendo s'ingarbuglia e sembra perdersi. In realtà la sintesi della perfezione cristiana del Canfield, col suo orientamento nettamente mistico, è ardua a capirsi 49 • Che maraviglia se coloro, ai quali il Candelari l'insegnò a voce e in scritto, se ne fecero a volte un comodo ricettario su misura? Buone intenzioni a parte, gli inquisitori avevano dalla loro certe sintomatiche ammissioni: 46 Cod. cit., f.140, 145v. 47 o. DE VEGHEL, op. cit., 272ss, 280ss, 292. 48 Cod. cit., 141v-142r, 145. 49 Essa sin dall'origine è stata sempre oggetto di controversie e discussioni. Cf. O. DE VEGHEL, op. cit., 201-203, 462-496.

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