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ANTONIO FRANCESCO DA ANCONA E IL QUIETISMO 341 se ho sbagliato. Nessuna censura m'è stata mossa, la dottrina che io seguo è quella di santi venerati nella Chiesa e di autori incensu– rati sinora. Ogni mia proposizione è estratta quasi alla lettera dalle loro opere o s'ispira al loro pensiero. Analoghi concetti formulerà in una Risposta scritta, posteriore al 10 ottobre 1689, giorno in cui gli verranno cont.estate le propo– sizioni qualificate erronee dal S. Ufficio con l'obbligo di offrirne una spiegazione 43 • Questa lunga esposizione offre la chiave per spiegare, almeno in parte, le sue disavventure. I mistici sono spesso ribelli a una terminologia scolasticamente precisa e volentieri, a volte, ne fanno a meno. Il Candelari non fa eccezione alla regola, tanto più che una formazione vera e propria, quando propalò la sua dottrina spiri– tuale, non l'aveva avuta. Scrive, per esempio, che « lo svogliamento d'ogni cosa è segno che Dio in fede si comincia a comunicare sustantialmente all'anima », e intende dire: intimamente. Che « Iddio illuminando l'anima fa che questa intenda quello che opera in lei » è pacifico; ma chi sfuggirebbe alla traccia d'insano ad esprimere un identico concetto, come il cappuccino d'Ancona lo fa nella propo– sizione 22, sia pure corretta nella seguente: « L'istesso intendimento dell'operazione divina nell'essere dell'anima che l'intende, è un essere dell'essere di Dio, che insorge da se medesimo nell'anima e intende quello che esso medesimo opera » ? 44 • Peraltro, il Candelari non ha un vocabolario proprio: le espres– sioni gli escono dalla penna secondo l'indole delle fonti cui attinge. Continuamente ricorrenti s. Bonaventura, Harphius, lo pseudo-Dio– nigi Areopagita, s. Giovanni della Croce; meno frequenti s. Agostino, s. Gregorio, s. Tommaso, Dionigi il Certosino, s. Caterina da Genova. Sono gli stessi classici della vita mistica che, in gran parte, hanno ispirato il p. Benedetto da Canfield 15 • Questa convergenza non è sporadica. In effetti il mistico inglese è la guida principale del nostro, che lo segue nei traguardi più ardui della Regola di perfe– zione : la volontà di Dio essenziale. Le principali proposizioni con– testategli sono state influenzate dalla Regola; alla medesima fa ora ricorso per chiarirne il senso e la portata: « Dico che, conforme nelle mie lettere medesime mi dichiaro, scrive a proposito della seconda - parlo in sentenza del p. Benedetto Inglese e sempre in senso reduplicativo. Quel autore fonda questa volontà di Dio essenziale nella considerazione in ordine a Dio... Parlando io qui 43 Il testo della lunga Risposta ai f.l39r-162r; cf. pure il verbale delle proposizioni con– testate ai f.128-137. 11 Jbid., f.155v, 160r. 45 Sulle fonti della Regola di perfezione v. 0PTAT DE VEGHEL, 0.F.M.Cap., Benoit de Can– field (1562-1610). Sa vie, sa doctrine, et son influence, Rame 1949, 359-373.

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