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178 ANGELO M. WALZ estranei all'Ordine. Nugent fece eccezione rivedendo il p. Felice a Montecchio, donde, al principio del 1599 mosse a Roma. Grazie ad una visita al cardinale Tarugi a Siena, e alla raccomandazione di questo al cardinale Baronia, Nugent ebbe ragguardevoli protettori, riuscendo persino ad essere ricevuto affabilmente - benché senza impegno - da Clemente VIII. Inoltre, conversando con il cardinale Giulio Santori, che era nientemeno che protettore dei cappuccini e anche membro della S. Congregazione dell'Inquisizione, Nugent ot– tenne di poter dimorare durante il processo dai francescani osser– vanti, in Trastevere 35 • Così l'inchiesta dinanzi all'Ordine era evitata, rimanendo però da comparire dinanzi ad un tribunale formidabile, e questo in due tempi, cioè in aprile 1599 e in luglio 1600 36 • Il primo processo istruito - tra febbraio e aprile 1599 37 - di– nanzi alla corte dell'Inquisizione riguardante Nugent e il p. Ignazio da Verdun terminò il 1° aprile in loro favore, due mesi prima che iniziasse il capitolo generale dei cappuccini. I due padri furono dichiarati innocenti 38 • Nel secondo processo - tra luglio e agosto 1600" 0 - dovevano comparire Nugent e p. Felice. I pp. Raffaele e Illuminato avevano sporto denuncia non soltanto contro Nugent, ma contro tutto il movimento mistico notato nella provincia dell'Or– dine in Belgio 40 • Secondo una decisione dell'Inquisizione Romana 1'8 luglio 1599 i pp. Nugent e Felice dovevano essere esaminati su due argomenti, cioè: 1°) sulla beatitudine dell'anima e sul timore dell'in– ferno, 2°) sulla celebrazione della messa. Inoltre vennero in causa un libro scritto da Nugent e un trattarello di p. Felice 41 • La dottrina della completa sottomissione al volere divino aveva trovato espressioni acute negli spirituali medievali e del Cinquecento. Alcuni zelanti giunsero sino a dichiarare di essere pronti a rinunciare al timore dell'inferno ed al desiderio della beatitudine. L'insegna– mento di rinuncia, quale fu esposto da Taulero e Herp, gli autori preferiti di Nugent, talvolta era presentato in maniera pericolosa, estromettendo la virtù della speranza. Inoltre, riguardo all'interpre– tazione di certi luoghi tauleriani, doveva essere esaminato un libro di Nugent che senza dubbio fu il suo commento sulla Povertà dello spirito. La seconda proposizione a lui imputata probabilmente fu il deprezzamento delle cerimonie e del culto esterno, come fu proibito 85 Jbid., 54-59. 86 Jbid., 60s. 37 Ibid., 60, 62-64, 58. 38 Ibid., 60, 62s. 39 lbtd., 63s. •o lbid., 64s. •' Ibid., 67.

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