BCCCAP00000000000000000000848

TAULERO PRESSO I CAPPUCCINI 185 siderato il firmatario della dedica senz'altro come « editore » dei testi di Taulero. Però potrebbe essere che questi testi si trovassero nel convento cappuccino di Macerata, fondato per la seconda volta nel 1600 76 • Ivi - come si è visto - si era spento il p. Felice da Lapedona. Forse lui o un altro devoto di Taulero lasciarono o curarono il testo, mentre il p. Bonifacio non avrebbe fatto altro che metterlo fuori, come anche il testo tauleriano del p. Gabriele da Anversa fu dato alla stampa soltanto venti e più anni dopo la sua morte. Anzi, proprio il luogo di Macerata sembra insinuare un rapporto tra uno degli « spirituali», come fu il p. Lapedona, e i testi tauleriani che erano forse passati, con altri libri di uno dei frati, alla biblioteca conventuale di Macerata. E il p. Bonifacio vedendoli avrebbe giudicato opportuno di ripubblicarli, ottenendo un Reimprimatur dell'autorità ecclesiastica e passandoli al tipografo Pannelli. Sono congetture, è vero, ma forse mettono qualche ricercatore sulla retta via per tro– vare l'effettivo « editore» dei testi tauleriani di Macerata. In ogni caso, rimane certo che l'indicazione sul frontispizio « Coloniae & denuo Maceratae » e il Reimprimatur significano una semplice ristam– pa del testo di Colonia, prodotta a Macerata. Ed ora in che anno uscì questa ristampa a Macerata? Nel vecchio catalogo manoscritto della Biblioteca Casanatense di Roma, l'edizione maceratense di Taulero viene segnalata sotto la collocazione K.K. VI 43 con l'indicazione dell'anno 1552. Axters dà lo stesso anno 1552 77 • Tuttavia, questo anno 1552 è impossibile. Dopo il frontispizio del libro, segue la pagina dell'approvazione ecclesiastica e la dedica al cardinale Carlo Bonelli il quale per un triennio, cioè dal 1668 al 1670 78 , agì come protettore dei cappuccini. Considerando che p. Boni– facio da Frosinone era provinciale dal 1668 al 1671, si può concludere che la reimpressione tauleriana di Macerata venne alla luce tra il 1668 e il 1670. Dunque non nel 1552. L'indicazione di quest'anno è presa dalla dedica scritta da Lorenzo Surio nel 1552 sull'originale coloniese offerto all'elettore arcivescovo Adolfo II von Schaumburg 79 , che resse la grande diocesi renana dal 1547 al 1556. L'edizione tauleriana di Macerata nel settimo decennio del Sei– cento, sembra aver avuto fortuna, perché circa venti anni più tardi apparvero altre ristampe di Macerata. Fondandosi sull'elenco di edi– zioni tauleriane fornito dall'edizione di Francoforte del 1826, Giorgio Hofmann parla di una edizione di Macerata del 1697 e di un'altra 10 Lex.Cap., col. 1113-1114. 77 Bijdragen, 35 n.106. 1s Lex.Cap., col. 247, 343. 79 Lex.Theol.Kirche 21, col. 151.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz