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138 METODIO DA NEMBRO consigli perché si abbia cura della propria salute che è pure un do– no di Dio, tanto più prezioso se si considera la scarsezza del per– sonale missionario in quegli anni 25 6, sia nei ripetuti inviti a fuggire lo zelo indiscreto che vorrebbe trasformare un popolo pagano in cristiano dall'oggi al domani 257 , che reprime abusi con violenza e sen– za tatto 258 oppure, sbollito il primo fervore, si lascia cader le brac– cia e ritiene inutile il suo apostolato 259 • Un sereno ottimismo, na– scente dalla consapevolezza di essere al servizio di Dio e della Chie– sa, sostiene l'esposizione da capo a fondo: « senza dubbio a que' missionari, che [son] mossi veramente da pura vocazion di Dio, non mancherà valore per superare ogni maggior difficoltà e pericolo; saranno sollevati e soccorsi ne' patimenti che occorrono a soffrirsi in quelle missioni, e saranno dotati di ogni ne– cessaria discrezion di spirito per discretamente dirigerle a maggior gloria e servizio di Dio, il quale, come già dissi, a chi dat velle et passe, dat passe et cansequens ad esse » 260 • E al suo compagno di missione nel distretto di Sonho, p. Gaspare da Bassano, già avvilito per la creduta inutilità dei suoi sforzi evan– gelizzatori in quanto i nativi si mostravano incostanti, fa dire in seguito: « non siamo rigorosi nell'uso delle opinioni e de nostri privilegi nella coltura di questa gente. Più da ignoranza che da malizia si conosce prodotto ogni lor mal costume. Perciò, per quanto inclinano ad ab– bracciar la nostra santa fede, dobbiamo valerli quanto sia possi– bile »2e1. 11. - Altre esperienze dirette settecentesche, emergenti da docu– menti d'archivio, hanno preso volto in questi ultimi anni. Tra gli al- 2so Tra i consigli per conservar la salute ve ne sono di assai sensati come quelli riguardanti la dissenteria, l'abbondante sudore ( « che è molto pernicioso in chi lo lascia riconcentrare trascurando d'asciugarsi»), la temperanza nel mangiare e nel bere e soprat– tutto il mantenersi calmi per evitare alterazione di sangue: «onde l' Irascimini et nolite peccare servirà per la più propria ricetta che convenga al Missionario, anche per la sua corporale salute » (ibid., 66). 257 Ecco una sua conclusione, ben degna d'essere rilevata dopo quanto ha detto prima sulla vastità dei territori, la scarsezza dei « pochissimi operai evangelici » e la giovinezza delle comunità cattoliche indigene: « l'Italia, tutto che già da tanto tempo cattolica, circon– data da paesi cattolici, a qual stato deplorabile in essa si ridurrebbe la nostra fede, se soltanto per uno, due, tre o quattro operarij evangelici fosse coltivata? Lo consideri chi tien discrezione di spirito! » (ibid., 179). 258 Si veda l'esempio di quel missionario che, per il suo rigore, ben presto venne fug– gito da tutti e l'osservazione che, « siccome la fame mette in necessità le fiere più solitarie d'uscir dalle sue tane e dalle selve per procacciarsi il necessario sostentamento », così si vide « quel povero padre, doppo haver consumate le provisioni che si era portato da Loanda, ridotto a tal necessità di violare le leggi di sua solitudine in dovere d'esporsi ad uscire e scorrere rnissionando alcune popolazioni per non morirsene di farne » (ibid., 163). 259 Jbid., 165. wo Jbid., 182s. 201 Ibid., 167. Il termine « valerli» del testo indica ovviamente « esser loro d'aiuto».
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