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FONTI DEL PENSIERO MISSIONÀRIO CAPPUCCINO 137 ragioni ed esempi la necessità della moderazione in tutte le cose, perfino nella devozione personale quando viene a contrasto con altri obblighi del proprio stato e molto più nella lungimirante compren– sione dei nativi. Sarebbe facile mettere in evidenza altri pregi di quest'operetta che rimane una voce singolare nel settecento missionario (e non so– lo dell'Ordine cappuccino), pur con la sua limitatezza d'impostazio– ne e talune puerilità per noi moderni. Il grande principio che la informa (grande anche se evidente) è che « le anime dei negri avanti a Dio non sono d'inferiore condizione di quelle dei bianchi » 252 : di qui la forza e costanza e meglio diremo lo zelo che deve sostenere il missionario nel suo arduo compito, dal quale però non vanno di– sgiunte grandi consolazioni. In secondo luogo l'autore esige una buona conoscenza dell'ambiente umano e culturale dei nativi, sia per eliminare prudentemente ciò che è in contrasto col dogma e la morale, sia per tollerare e quindi salvare non solo ciò che è buono ma aqche ciò che è indifferente; tale principio, di sapore moderno anche se già dichiarato molto tempo prima da Propaganda Fide 253 , è ribadito più volte e in termini netti: « Il missionario, pertanto, già informato de vizij e virtù, mali e buo– ni costumi che vertono nel paese di sua missione, puotrà con mag– gior facilità e sicurezza procedere nell'esercizio dell'appostolico suo ministero, distruggendo e dissipando il male, il vizioso dove, quando e come sarà più spediente, per edificarvi o piantarvi il bene, il vir– tuoso con ogni maggior accerto; coltivando altresì l'onesto già in– serto in tutto quel paese, per renderlo sempre più stabile e fruttifero. Il tutto ad maiorem Dei gloriam » 254 • E altrove, tornando sul concetto di esser tolleranti su· ciò che non è in contrasto con la fede: « Pertanto, a non altro deve applicarsi et attendere ex professo ogni missionario, se non a coltivare quella inclinazione, che di gente così selvaticà può dirsi prodigiosa: d'abbracciare la nostra santa fede, procurandosi di riformarla nel morale in ordine al fine dell'eterna loro salute, senza opporsi inutilmente et indiscretamente ad altri loro costumi indifferenti, che non offendono in alcun modo l'osservanza della legge divina » 255 • In terzo luogo va segnalato il grande equilibrio di spirito, il senso di prudenza che informa tutta la trattazione, riscontrabile sia nei 252 Ibid., 162. Si noti la forza dell'espressione. Il principio, lapalissiano secondo la dottrina cattolica, era però altra cosa nella vita sociale e, purtroppo, non solo a quel tempo, come è dimostrato dalle varie forme di razzismo tuttora vive. 253 Si veda l'importante istruzione del 1659 : Collectanea S. Congregationis de Prop. Fide I, 42s (n.135). 254 La pratique missionnaire, 144. 255 Ibid., 152s.

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