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FONTI DEL PENSIERO MISSIONARIO CAPPUCCINO 135 ghi e ambienti culturali, la loro sensibilità apostolica che si esprime in diverse forme di metodo e di tattica, lo sforzo e lo studio co– stante per dare mordente alla loro azione. Si tratta di componenti svariate che rivelano, al fondo, una retta concezione del problema missionario. In questo senso emerge un' operetta attribuita, da p. Edouard d'Alençon, a un ex-prefetto della missione del Congo e cioè p. Gia– cinto da Bologna che l'avrebbe scritta nel 1747 ma che fu pubbli– cata solo nel 1931 con traduzione francese dovuta al gesuita p. Jac– ques Nathomb 241 • Questa pubblicazione meriterebbe uno studio a sé apparendo a noi tanto equilibrata e moderna per il tempo in cui fu scritta e rivelando, oltre che buona capacità di osservazione, una larga esperienza personale 242 • Un primo merito ci sembra la struttu– ra organica del libro che non è una solita relazione, ma un vero e proprio testo di metodologia costruito nei suoi dodici capitoli, oltre la ponderata introduzione, ricchi di idee e riflessioni come si può vedere da un semplice riassunto: 1) necessità della vocazione per il missionario e attento esame di essa; 2) le cose di cui il missionario del Congo deve provvedersi nella città di Lisbona, passaggio obbli– gato per tutti i missionari del Congo-Angola e, in generale, dei do– mini portoghesi; 3) il primo inserimento nella missione e l'utilità, oltre che il dovere, di sottomettersi al prefetto apostolico che è generalmente uomo esperimentato, conoscitore di luoghi e d'am– bienti; 4) l'importanza di una esatta conoscenza dell'intero territorio missionario e delle forze a sua disposizione per chi è a capo di un distretto: non attenda soccorsi straordinari di personale perché i missionari scarseggiano e clero e religiosi di Loanda non si muo– vono dalla capitale; 5) necessario, per regolarsi opportunamente nel ministero, conoscere l'indole dei nativi, guardarsi da preferenze ed evitare atteggiamenti di pusillanimità o di malintesa umiltà che, per la struttura sociale del paese, si tradurrebbero in una diminuzione di prestigio per il missionario; 6) avere cura della propria salute perché il clima è fortemente malarico: oltre alle debite cautele, valido mezzo contro il clima è « sapersi conservare d'animo uguale, 241 La pratique missionnaire des PP. Capucins Italiens dans les royaumes de Congo, Angola et contrées adjacentes brievenient exposée pour eclairer et guider les missionnaires destinés à ces saintes missions, Lovanio 1932. Il testo francese, dovuto al p. Nathomb, reca in calce il testo italiano che tuttavia, anche ammessa l'incertezza della grafia nel sette– cento, ci sembra assai mendoso con evidenti errori di lettura del manostritto, uniti a quelli di stampa. Inoltre manca l'indicazione delle pagine o fogli del ms. 212 Se si legge attentamente a p.18 è da escludersi che l'operetta appartenga a p. Gia– cinto da Bologna; infatti l'autore si esprime testualmente così: « il Padre Giacinto da Bo– logna missionario nel 1747 in San Salvatore al Congo, mi scrive che in quel solo anno haveva fatto tredici milla battesimi e perché tal numero eccedeva l'ordinario, m ' a v i s ò che in occasione di sua missione ne' confini di quel regno, una vedova che fu moglie del re del Congo... ». MMP II - 10

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