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FONTI DEL PENSIERO MISSIONARIO CAPPUCCINO 131 missionari necessari, aveva formulato norme generali ispirate all'in– dirizzo missionario dell'Ordine e alle disposizioni della S. Congrega– zione. In seguito i due prefetti apostolici Francesco Orazio da Pen– nabili (1720-1744) e Tranquillo da Apiro avevano, in diverse occasioni, richiamate « le buone costumanze introdotte » rinforzandole con nuo– ve ordinazioni 223 • Padre Sante da Lizzano, missionario nel Tibet– Hindustan dal 1749 al 1763 224 , lasciò pure « un direttorio» della missione approvato da Propaganda e relativo alla preparazione dei missionari del Tibet, allo studio della difficile lingua e di altre ma– terie necessarie, alla loro ambientazione topografica, alla condotta e impegno apostolico, a princìpi di tattica, e cose del genere 225 • Né va dimenticato p. Giuseppe da Rovato di cui, recentemente, è stata messa in luce l'emergente personalità e la sicura intuizione del pro– blema missionario 226 • Nella lettera circolare del 31 ottobre 1769, indi– rizzata ai « sudditi e fratelli», anch'egli dà « alcuni regolamenti se– condo li quali esorto ogni religioso a conformarsi in quello che li compete», così che « il tutto nella missione proceda con buon ordine, che è quanto dobbiamo per adempire al fine per cui siamo stati sacrificati al Signore». Tali norme riguardano: 1) l'estensione ai missionari delle facoltà ricevute da Clemente XIII, « eccettuate le facoltà di dispensare dall'irregolarità proveniente dall'omicidio volon– tario e l'altra di poter celebrare due volte al giorno »; 2) l'impegno costante « nel predicare la parola di Dio e in fare il catechismo » e non solo in chiesa « ma anche in casa e fuori » secondo gli si pre– senta l'occasione e l'opportunità: ciò, nondimeno, « con santa pru– denza secondo li luoghi e le qualità delle persone con cui parleran– no, acciò tutti quelli fra i quali dimorino sappiano et intendano il fine per il quale li padri vengono in questo paese, che è insegnarli il vero Dio per la salute dell'anima loro»; 3) l'osservanza del voto di povertà sia pure compatibilmente, per l'uso del danaro, con la propria attività missionaria 221 ; 4) la necessità della preghiera non solo come religiosi e sacerdoti, ma come missionari in quanto il convertire e portare alla fede è opera di Dio; 5) « soprattutto poi 223 Si veda ciò che scriveva il prefetto apostolico p. Giuseppe da Rovato in data 31 ottobre 1769 (GOTTARDO DA COMO, La missione del Tibet-Hindustan, 79). 221 Fu in seguilo prefetto apostolico a Tunisi; morto nel 1780. Cf. SISTO DA PISA, O.F.M. Cap., Storia dei Cappuccini Toscani II, Firenze 1909, 426s. c·,s Itinerario e direttorio per li Missionari Apostolici che vengono spediti dalla S. Con– gregazione di Propaganda Fide, composti dal P. Santi da Lizzano, già Missionario Apostolico, procuratore, prefetto e provicario apostolico nelle Missioni dell'Indie Orientali dell'Africa: ms. esistente nell'Archivio Generale delle Missioni Cappuccine, Tibet. 220 Si veda lo studio citato alla nota 223, con una sessantina di documenti inediti. 227 « ... ammonisco il superiore e i sudditi a ricordarsi sempre dell'altissima povertà che abbiamo promesso nella regola cli osservare, e se nella missione si è data licenza di servirsi del danaro 1 questa ci è data a bene e non per detrhnento dell'anin1a nostra » (GOT– TARDO DA COMO, La missione del Tibet-Hindustan, 81s).

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