BCCCAP00000000000000000000846

FONTI DEL PENSIERO MISSIONARIO CAPPUCCINO 125 vo titolo: Della cultura della fede, si può ritenere un piccolo trattato relativo al nascere, concretarsi e realizzarsi della vocazione missio– naria nell'Ordine francescano. Egli pone alla base « la stima dello stato missionario » in quanto « questa vocazione di Apostolo, o come suol dirsi, di Missionario... è una vocazione che, aggiunta a quella di Religioso, lo fa trascendere ancora sovra il suo stato, quantunque così sublime». Essa è « cosa ammirabile, eroica, e in tutto sovrumana, cosicché si merita da tutti rispetto e venerazione ». I missionari, se non sempre incontrano il martirio cruento, lo provano « di giorno in giorno con lunghi continui patimenti»; essi si devono dire « gli Operai più aggra– vati della Chiesa, quelli anzi che, conforme il detto del Vangelo, il Signore trasceglie fra molti, e solo pregato li manda in paesi, dove la messe è grande, ma faticosa e senza aiuto ». Può darsi che Dio non scelga e mandi tutti i missionari esistenti: « ma è ben sicuro che tutti imprendono un ministero il più gra– dito a Dio e il più utile per la Chiesa, e perciò il più da venerarsi ». Di qui, nel secondo punto della lezione 195 , ribadita la necessità di « animare i missionari alle missioni, e non disanimarli » o, peggio ancora, « rimuoverli dalle loro sante idee », il che sarebbe « ufizio di Demonio » bollato da forti disposizioni di Propaganda Fide 196 e in contrasto con le costituzioni dell'Ordine 197 • Su queste basi egli svi– luppa il seguito della trattazione relativa alla volontà e all'esempio di s. Francesco (punto III), al valore della « divina ispirazione» (IV) 198 , ai due avvisi dati da s. Francesco nella prima regola ai mis– sionari (V) 199 , alla libertà da lui concessa circa le missioni (IV)2° 0 , al ricorso ai superiori e, allora, praticamente a Propaganda « perché Hl5 La lezione è in 9 punti contrassegnati da numeri romani; tutto quanto si è detto sopra, è contenuto nel primo punto. WG P. Bernardo cita alcuni decreti come quello del 12 settembre 1729. Si veda la nota 174. 107 VENANTIUS A LrsLE-EN-RIGAULT, Monumenta ad constitutiones, 580. rns « Vadano adunque, sì vadano (dice il S. Padre) alle Missioni i miei Figli, ma con– sultato prima il Signore, se veramente sia egli, il quale li chiami e gl'ispiri: Divina ispira– zione. Se alla Religione siamo venuti invitati da quella Divina voce, sapremo ben anche rav– visarla e distinguerla in quest 1 altra vocazione: e anzi perché questo delle Missioni è uno stato più arduo e pericoloso, si farà anche più fortemente, ed espressamente quella Divina voce udire e intendere » (Lezioni sopra la regola, 297). 190 Reg. I, cap. 16. Questi due avvisi riguardano propriamente la tattica missionaria essenzialmente ridotta: 1) al valore del « buon esempio di una vita veramente evangelica »; 2) all'annunzio della « verità e parola di Dio» (« Cum viderint piacere Deo, annuncient Ver– bum Dei») (ibid., 297s). 200 P. Bernardo prospetta il caso in cui i superiori possano obbligare un religioso a recarsi nelle missioni: ciò, secondo lui, può verificarsi allorché si tratta di « straordinario onor: di Dio e necessità del bene del prossimo ».

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz