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FONTI DEL PENSIERO MISSIONARIO CAPPUCCINO 119 in tutto l'Ordine, una serietà d'impegno missionario che non può nascere se non da un amore diffuso e radicato alle missioni1 67 • Lo stesso anno il generale dell'Ordine, p. Bernardino da Sa 1 uzzo (1709-1710), comunicava alle province le decisioni capi– tolari con la lettera Humeris nostris 168 ; in essa ribadendo il .valore della povertà, sottolineato anche da Clemente XI nell'udienza concessa a tutto il capitolo, richiamava questo principio fondamentale valido per tutti i religiosi e quindi anche per i missionari e tendeva a met– terne in evidenza l'intima forza missionaria: « haec non solum almae urbi, sed et toti orbi nostram congregatio– nem commendat, nec solum inter principes catholicos eorumque po– pulos, sed etiam inter acatholicos, ut notum est». Testo siffatto, collegandosi idealmente a innumerevoli altri1 69 , fissa, secondo il pensiero dei legislatori, una delle emergenti caratteri– stiche del missionario cappuccino, e ciò non solo a motivo della sua professione religiosa, ma anche per il buon esempio che ne conse– gue e che agevola e rende proficuo il suo apostolato 170 • Un documento interessante, che troverà altri riscontri success1v1 specialmente nell'ottocento 111 , è la lettera La propagazione del S. Evan– gelio (settembre 1729) di p. Bernardino da S. Angelo in V ad o, procuratore e commissario generale 172 • Essa si rifà, anzitutto, alle più pure tradizioni missionarie dell'Ordine collocando nella me– ritata luce « l'ufficio apostolico delle sacre missioni »: « La propagazione del s. Evangelio, base della christiana religione, in– culcata dall'Unigenito dell'eterno Padre agli apostoli, fece dire a s..Pao– lo: Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona (Rom. 10, 15). Che però fu tanto raccomandata non meno dalla nostra rn7 Altri quesiti toccati riguardavano la possibilità, o meno, per i missionari << ad partes Infidelium deputati », di raccogliere « munuscula » « in partibus Fidelium »; la dipendenza dei 1nissionari partenti o viaggianti" da un missionario anziano; il diritto del ministro provinciale, nella sua qualità di prefetto della missione, di creare superiori nelle varie residenze missio– narie senza ricercare il parere dei definitori. Cf. Ordinationes et decisiones, 187s (n.37-39). IU8 MELCl-!IOR A POBLADURA, Litterae circulares I, 166-168. rnn Si vedano, ad esempio, le disposizioni del procuratore generale p. Giambattista da Sabbio a p.106s. 17 0 Tale norn1a 1 già avvertita cd espressa da p. Giuseppe da Parigi per i missionari francesi del Medio Oriente (IGNAZIO DA SEGGIANO, Documenti inediti, in Coli.Frane. 18(1948] 125, 127), è pacifica e sottolineata dagli storici dell'Ordine che hanno trattato delle missioni. Cf. I-In.AIRE DE BARENTON, 0.F.M.Cap., La France catholique en Orient, Parigi 1902, 65ss; FRANçms d'ANGERS, O.F.M.Cap., Histoire de la Mission des Pères Capucins ... au royaume de Maroc, Roma 1888, 165ss; MELCHIOR A PoBLADURA, Historia generalis II/2, 288. m Si vedano i documenti di Cherubino da Mormanno (E' decorso, 15 settembre 1831), Eugenio da Rumilly (A 24 aprilis, 7 luglio 1841; La lunga esperienza, Il novembre 1842), Nicola da S. Giovanni ,n Marignano (L'opera della propagazione, 9 sellcmbrc 1859) e Francesco da Villafranca (Neminem nostri, 20 giugno 1879), in MELCHIOR A P0BLAllURA, Litterae circulares II, 126s, 134s, 136, 247s, 368s. 172 MELCHIOR A POBLADURA, Litterae circulares I, 189-191. MMP Il - 9

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