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106 METODIO DA NEMBRO « tam pium a.e venerabile opus, quod seraphicus pater noster me– dullitus semper in corde impressum gessit, suisque filiis enixe com– mendavit, et ipsemet unigenitus Dei Filius per semetipsum exercere non est dedignatus, ullo unquam tempore a religione nostra aufera– tur, sed ad maiorem Dei gloriam et animarum salutem magis sem– per firmetur et augeatur ». In conseguenza il generale esorta caldamente ( « maiori qua possumus efficacia ») il provinciale ad inviare il richiesto aiuto di missionari assicurando la paterna benedizione a coloro che accoglieranno volen– tieri l'invito. L'Ordine ha una sua tradizione missionaria radicata nel suo fondatore: occorre che essa si mantenga sempre viva e ope– rante ed anzi si rafforzi e cresca. G i a m b a t t i s t a d a S a b b i o invece traccia norme per i missionari dell'Angola e del Congo preoccupandosi che essi svol– gano con frutto il loro ministero e osservino, compatibilmente con le esigenze di luoghi e di tempi, la regola professata operando con vivo zelo per la gloria di Dio e il bene delle anime. Sono 1 O « istru– zioni » che, se pure indirizzate a una categoria ben definita di mis– sionari, in realtà per il tono e il contenuto acquistano un valore di universalità. Solenne è l'esordio nel quale si accennano le alte finalità dell'opera missionaria: « Desiderando Noi con intenso affetto dell'animo nostro, che li PP. Missionarii della nostra Religione, specialmente quelli che con tanto ardore di carità hanno esposte le proprie vite a sì grandi pericoli, e consegrate le fatiche per honore e gloria della D. M., propagatione della S. Fede Cattolica, e salute delle anime di cotesti regni d'Angola e Congo, essercitino i loro ministeri, et apportino il frutto per il quale sono stati, e saranno destinati dalla Sagra Congregatione de Propaganda Fide 110 , e dai Superiori Maggiori della Religione senza scapito dell'anime loro, anzi con loro profitto, e per accrescimento di gratia, merito e virtù, abbiamo conosciuto dover provvedere e cooperare a questo con alcuni avvisi e dichiarationi, che precludano la via alle false opinioni ». Seguono poi le « istruzioni » che possiamo così riassumere : 1) i mis– sionari non sono dispensati da alcun voto o precetto della regola, e quindi neanche dai voti di povertà e di obbedienza che devono rifulgere nel missionario francescano; 2) i missionari cerchino perciò, anzitutto, di obbedire e star soggetti ai loro superiori; 3) per il voto di povertà essi non possono avere in proprio cosa alcuna, ma solo uomini, non mancarono, soprattutto in processo di tempo, delle ombre. Secondo lo Schmidlin, intorno al 1630 il re di Spagna provvedeva a circa 20.000 chiese e pensava inoltre al viaggio dei missionari e al loro sostentamento (cf. G. SCHMIDLIN, Manuale di storia della Missioni II, Milano 1928, 17). no Si noti l'affiorare della peculiare caratteristica dei missionari cappuccini e cioè quella di essere alle dipendenze dirette di Propaganda Fide.

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