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'.86 METODIO DA NEMBRO .sere integralmente al serv1z10 della Chiesa; l'alto concetto in cui fu– rono tenute le missioni, considerate « la più eccelsa gloria dell'Or– dine » 6 ; lo slancio dei figli più grandi che fecero dell'attività missio– naria (nelle sue forme più svariate) l'ideale della propria vita; l'op– portuna legislazione che, se si concretò in maniera adeguata solo verso la fine del secolo scorso con lo Statutum pro Missionibus 1 , non mancò di rendersi viva nei secoli precedenti almeno sotto forma di richiami e di norme disciplinari 8 • Tutto ciò, per diversi apporti scaglionati nel tempo e scaturiti da fonti disparate, determinò il sorgere di un pensiero missionario nel– l'Ordine, noto nelle grandi linee e nondimeno presentante cospicue novità che potrebbero recare un certo contributo agli sviluppi della moderna missionologia cattolica. Uno studio esauriente e sistemati– .co di tale pensiero offrirebbe larghe prospettive d'indagine in quanto trova materia non solo per illuminare il costante assillo missionario, ma anche per chiarire la concezione che del problema missionario l'Ordine ebbe e che, nei suoi elementi essenziali, riguarda: 1) il va– lore della missione nel suo sostrato teologico, speculativo e pratico insieme; 2) il configurarsi della persona del missionario nei requi– siti che la rendono idonea al suo compito; 3) l'attuarsi dell'opera missionaria secondo le norme e le caratteristiche proprie dell'Ordine, almeno nel particolare settore che ad esso spetta 9 ; 4) l'impegno glo– bale di tutto l'Ordine e cioè di tutti i religiosi, missionari e non missionari, nel cooperare all'opera missionaria della Chiesa 10 • Si tratta, come si vede, di una concezione che, se pure emerge •e si configura storicamente da elementi sparsi e riferibili a supe– riori, scrittori, missionari semplici oppure con responsabilità, a de– cisioni capitolari ovvero a solitari pensatori, nel suo insieme investe fondamentalmente tutto il problema missionario e dà luogo a una 1960. Quelli relativi al periodo storico da noi esaminato verranno ricordati nel corso dello ·studio. s Così furono più volte definite le missioni dai superiori maggiori dell'Ordine, come vedremo più avanti. 7 Nacque dalla completa riorganizzazione delle missioni cappuccine decisa nel ca– pitolo generale del 1884; da prima approvato dalla S. Sede « ad quinquennale experimen– tum », poi in forma definitiva; per quest'ultima si veda Statutum pro Missionibus Ordini FF. Min. Cap. concreditis, in AOC 9(1893) 291-320. s Ordinationes et decisiones capituiorwn generalium Ordinis FF. Min. SS. Francisci Capuccinorum, Romae 1851, 404 (Index); VENANTIUS A LrsLE-EN-RIGAULT, Monumenta ad consti– tutiones, 576-586. 9 Alludiamo qui ai cosiddetti metodi «particolari» d'evangelizzazione ai quali un Or– dine missionario può dar vita; una vera e propria metodologia missionaria non può essere che quella emergente dai princìpi e dalle norme fissate dalla S. Congregazione di Propa– ganda Fide. Sulla questione si veda METODIO DA NEMBRO, Missionologia, Roma 1961, 322s. 10 Tale studio sistematico « est in votis »; esso proverebbe, tra l'altro, il costante ..assillo dell'Ordine per le missioni.

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