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246 MARIANO DA ALATRI Giovanni di Lapo - detto « Lapozzo » probabilmente per la sua minuscola statura - era uomo sfortunato nel giuoco e dalla lingua incontrollata; in compenso meritò di esser messo a parte dei segreti dell'inquisitore, il quale, anziché condannarlo, preferi venire con lui ad un accomodamento. Lapozzo infatti, per ammenda d'una parola sconsiderata, rivesti misericordiosamente la famiglia dell'inquisitore spendendovi dodici fiorini. E non sappiamo se ciò lo scottasse di meno per il fatto che l'inquisitore gli aveva confidenzialmente bisbigliato all'orecchio: « Niente condanna per te, perché non voglio alleggerire le tue tasche per riempire i forzieri della Camera apostolica » 123 • Nei mesi gennaio-marzo 1346 fra Pietro trovò il modo di chiudere in bellezza la sua febbrile attività fiscale, questa volta direttamente ai danni della Camera. Ostentando di averne avuta la procura, si ado– però per riscuotere 296 fiorini d'oro, dei quali i soci della sciolta società della Scala erano rimasti debitori verso il capitano del Pa– trimonio Pietro di Artese. Non fu facile raggranellarli tutti, ma alla fine di marzo i vari soci erano venuti a depositare nelle capaci mani dell'inquisitore la loro quota di fiorini, che - al pari degli altri spet– tanti alla Camera apostolica in ragione di un terzo sulle entrate del– l'ufficio della fede - nessuno mai seppe quale fine facessero 124 • Conclusione Dopo questo esame del Quaternus vaticano, che per motivi di spazio abbiamo limitato ai soli fatti piu salienti, crediamo opportuno tirare alcune conclusioni particolari. 1. - L'istruttoria, anche se sollecitata dalla Signoria, fornisce dati attendibili circa la inquisitio di fra Pietro da L'Aquila. I testimoni chiamati a deporre possono aver calcato un po' la mano, ma la ver– sione dei fatti da essi data è sostanzialmente veritiera. Le testimo– nianze singolari su un dato episodio sono molto rare: in via ordi– naria su ogni caso - e in modo particolare sui piu gravi e signi– ficativi - depongono due o tre testimoni. L'insieme delle testimo– nianze collima appieno con la versione che circa l'operato di fra Pietro ci hanno trasmesso il Boccaccio e i cronisti fiorentini. 123 <( •• .inquisitor dixit sibi testi: 'Ego nolo de hoc facere aliquam condempnationcm, quia nolo auferre tibi pecuniam pro dando Camere apostolice; sed volo quod tu des istam pecuniam in adiutorium vestimentorum familie mee'. Et tunc dictus Lapozzus dedit de dieta pecunia, mandato et in presentia <lieti inquisitoris, Gure eius familari florenos auri decem ,et ser Francisco eius notario florenos auri duos, apud cameram dicti inquisitoris, de supra- 0dicto mense septembris [1345], presente fratre Jacobo Cipriani» : Quaternus, f.34r. 12, Quaternus, f.26v-27v.
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