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226 MARIANO DA ALATRI trasferito alla sede di Trivento il 30 maggio 1348, e finalmente mo– riva ad Agnone verso la fine di marzo o i primi giorni di aprile del 1361 9 • Fino a questo momento ben poco si sapeva circa l'attività in– quisitoria svolta da fra Pietro. Le generiche ma pesanti accuse del Boccaccio 10 e dei cronisti fiorentini 11 , nella maggior parte dei casi sono state accolte oppure respinte a seconda della opinione persona– le dei vari storiografi circa l'istituto inquisitoriale 12 • Il famoso con– flitto di fra Pietro con i priori fiorentini a motivo della fallita società degli Acciaiuoli e la simultanea presa di posizione della Signoria con– tro le immunità ecclesiastiche, han giovato grandemente alla memoria dell'inquisitore, conferendo un certo lustro alla fase finale della sua attività e gettando una spessa cortina fumogena sulle sue esose e ben documentate soverchierie. Fra Pietro infatti poté presentarsi al– la corte di Avignone e - almeno fino a questo momento - al tri– bunale della storia in veste di strenuo difensore delle libertà eccle– siastiche e dei diritti della Camera apostolica, cui gli Acciaiuoli eran debitori di 12.000 fiorini. E poco o nulla valse che gli oratori fioren– tini denunziassero in pubblico concistoro e « per carta tutte quelle baratterie e rivenderie fatte per lo detto inquisitore » 13 • La notizia di gran parte delle confische e delle multe inflitte dal– l'inquisitore negli anni 1344-1346 ci è giunta attraverso gli atti della inchiesta effettuata - per incarico di Pietro di Vitale, nunzio e dele– gato pontificio per la Tuscia e le province di Genova e di Pisa - da Niccolò, abate del monastero fiorentino di S. Maria. Una copia di tale istruttoria si conserva nell'Archivio Vaticano, Collectoriae 421 .A: è un « quaternus » pergamenaceo e molto probabilmente fu scritto lo stesso anno (1346) dell'inchiesta; misura 373 X 255 mm. e consta di ff. 45 numerati (recentemente), dei quali sono bianchi i ff. 10r-12v. " Il 26 apr. 1361 l'abate Guglielmo, collettore delle decime, iniziava la vendita della suppellettile già appartenuta « bone memorie domini fratris Petri episcopi Treventini »: A. CHIAPPINI, Fra Pietro dell'Aquila cit., ivi 308-310. 10 Decameròn I, VI : ed. Ceva Valla I, Milano 1950, 64-66. 11 SIGISMONDO DELLA STUFA, Memorie : ed. dal P. Ildefonso, Delizie degli eruditi toscani XV, Firenze 1781, 206; s. AMMIRATO, !storie fiorentine IV, Firenze 1824, 29-32; G. VILLANI, Cronica, libro XII, c.68 : ed. I. Moutier IV, Firenze 1845, 95-97; MARCHIONNE DI COPPO STEFANI, Cronica fiorentina, a cura di Niccolò RoDOLICO : Rerum Italicarum Scriptores XXX/1, Città di Castello 1910, 225s. 12 L. WADDING, Annales Minonun VII, 390si D.M. MANNI, Iscuria del Decanzerone di Giovani Boccaccio II, Firenze 1742, 165s; P. MAZZUCCHELLI, Gli scrittori d'Italia I/2, Brescia 1753, 902s; G. TIRABOSCHI, Storia della letteratura italiana V, Modena 1789, 160s; A. DRAGO– NETTI, Le vite degli illustri Aquilani, Aquila 1847, 60-66; A. PANELLA, Politica ecclesiastica del Comune fiorentino dopo la cacciata del duca d'Atene, in Arch.Stor.Ital. 71/2(1913) 278-319; A. CHIAPPINI, Fra Pietro del/'Aquila cit., 291s. l3 G. VILLANI, Cronica, libro XII, c.58 : 96.

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