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LA INQUISIZIONE A FIRENZE E PIETRO DA L'AQUILA 243 Anche Giovanni di ser Lapo era stato costretto « per carceris atri macerationem » a confessare di aver detto che, per chi avesse una figlia da marito, non era peccato prestare ad usura. Riacquistò la libertà, ma con addosso una multa di 100 fiorini, dei quali ne sborsò 40; in seguito forni all'inquisitore le prove della sua innocenza e della falsità delle accuse prodotte contro di lui. Ma il coscenzioso fra Pietro si limitò a rispondere che non spettava a lui il giudizio circa un'eventuale falsa testimonianza 106 • Eppure egli si era regolato ben altrimenti in diverse occasioni e proprio a proposito di pretese false testimonianze 1 ' 07 • Abbiamo già avuto modo di rilevare come l'inquisitore non difet– tasse di fantasia quando si trattava di far abbonare un debito a qualche suo amico 108 • In altri casi costringeva i creditori ad annullare le obbligazioni ed a liberare dal carcere delle Stinche i debitori insol– venti. Un'opera, fin qui, molto «caritatevole», anche se non proprio giusta; peccato, però, che l'inquisitore si facesse poi pagare a suon di fiorini la riacquistata libertà. Era una inqualificabile frode, e per tale la denunziano Lapo di Grissolino 109 e Piero di Tura 110 • Ed è strano che quei poveri diavoli, i quali erano finiti in carcere proprio perché insolvibili, una volta rimessi in libertà per l'intervento del– l'inquisitore, potessero immediatamente dare a costui quello che altri– menti avrebbero dovuto pagare al vero creditore. Francamente, si sente puzza di ricorsi a prestiti usurai 111 • Ma, com'è ovvio, i fiorini non si impregnavano di quell'ereticale odore, poiché erano di buona lega! Filippo di Giovanni si dolse che l'inquisitore, non avendolo potu– to piegare ad associarsi nella sua arte di cimatore di pannilani un suo raccomandato, con un assurdo pretesto lo aveva rinchiuso in carcere dictis poderiis; et ipsum in dieta vegita sic fondata tenuit et stare fecit per duas noctes. Et demum, cum ipse testis conquereretur de ipso inquisitore dc eo quod saltem de parte fructuum <lieti poderis contingente ipsi testi, qui partem dictorum bonorum laboraverat pro dieta domina Bartola, sibi responderi et satisfieri non faciebat, idem inquisitor tenuit eum , carceratum apud dieta bona per undecim dies, de diete mense maii; et postca, scilicct èle mense februarii proxime preteriti, dieta occasione, idem inquisitor fecit ipsum testem car– cerari in carceribus Stincarum communis Florentie, et eum detineri captum in ipsis carceri~ "bus per decem et octo dies » : Quaternus, f.32r-v. 100 Quaternus, f.33r. 107 Cf. sopra note 101-105. 10s Cf. sopra nota 96. 109 Quaternus, f.34r. 110 « ... inquisitor [ ...] coegit ipsum Pierum [Ture] ad cancellandum et finiendum quod– dam instrumentum, quod ipse Pierus tunc habebat contra ser Albertinum Mugini de po– pulo sancti Quirici de U!iveta, et ad faciendum ipsum ser Albertinum relassari a carceribus Stincarum communis Florentie, in quibus tunc captus detinebatur pro diete debito ad pe– .titionem dicti Pieri. Et ipsas libras solidormn parvorum sibi inquisitori dari et persolvi fecit .,a dicto ser Albertino» : Quaternus, f.24v; cf. anche 39v. 41v. 111 Quaternus, f.24v.

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