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LA INQUISIZIONE A FIRENZE E PIETRO DA L'AQUILA 237 podestà non risultava che fosse un famiglio dell'inquisitore 73 • Non appena però ne ebbe la prova, fece restituire il denaro allo sbirro. Stando cosi le cose, non si riesce a capire come mai il podestà po– tesse rientrare nella categoria di chi intralciava l'attività del sant'uffi– cio. Ma non la pensava cosi Pietro da L'Aquila, che - non sappiamo se con la forza della dialettica oppure, piu semplicemente, con la pre– potenza - gli estorse 62 fiorini d'oro 74 • Tra il 1345 e i primi mesi del 1346 l'inquisitore si pone decisa– mente e senza scrupoli alla ricerca di beni da c o n f i s c a r e con il pretesto che essi fossero appartenuti a gente condannata per eresia. L'oper:azione gli frutta quasi 6.000 fiorini d'oro. Tra le vittime, ac– canto a due uomini, figurano pure due donne. Tre di essi, e cioè Andrea di Tel10 75 , Guidalotto di Bernotto 76 e Isabetta pinzochera fi– glia di Bonaiuto di Lamberto 77 , si sottrassero alle vessazioni dell'in– quisitore sborsando somme che vanno dai 10 ai 212 fiorini. Guida– lotto possedeva già da 60 anni i beni che l'inquisitore rivendicava per il suo ufficio, e a niente gli valse poter provare il suo buon diritto in base a documenti, che un predecessore di Pietro da L'Aquila aveva riconosciuti validi e probanti. Bartola, vedova di Rosso Sacchetti, nel maggio 1345 si vide invadere un vasto podere da parte dei famigli dell'inquisitore, che fecero man bassa di ogni cosa cagionandole un danno di oltre 5.000 fiorini. Anche lei tentò, ma inutilmente, di provare i suoi diritti sulla vasta tenuta, che aveva acquistata nel 1340 dagli eredi dei fratelli Bongiovanni e Puccio di Bandinuccio 78 • 78 Fra Pietro da L'Aquila non si limitava a concedere il permesso di portar le armi ai :soli suoi famigli, ma lo estendeva, per sete di lucro, ad un numero stragrande di richiedenti: « Si trovò, secondo che si disse, che'! detto frate Pietro inquisitore avea data la licenza di portare arme a piu di dugentocinquanta cittadini, onde guadagnava l'anno presso, o forse piu, di mille fiorini d'oro ». Fu proprio per far cessare questo abuso « onde la città ne pa– reva scomunata », che la Signoria ridusse a sei i famìgli che l'inquisitore poteva armare (G. VILLANI, Cronica, libro XII, c.58 : ivi 97). Marchionne dì Coppo Stefani (Cronica fiorentina. ivi 226) dice che fra Pietro avrebbe autorizzato più di 500 cittadini a portare le armi. 74 Quaternus, f.28v-29r. 75 Quaternus, f.26r. 76 « ... inquisitor, pretextu <lieti sui offitii processit contra clictum Guidalottum, impo• ncndo sibi falso, ad hoc ut ab eo pecuniam extorqueret, quod dictus Guidalottus tenebat et possidebat certa bona pcrtinentia ad ipsum inquisitoren1 et eius offitiu1n, cum re vera hoc verum non esset, quia clictus Guiclalottus dieta bona habuerat et posseclerat i:itulo emptoris per sexaginta annos et ultra, et de eis aliqua vendiderat iam sunt viginti anni. Et dixit cli~tus Guidalottus quod, cum ipse diceret <lieto inquisitori quod placeret sibi videre iura clicti Guidalotti, quia alia eiclem mota fuerat questio per dictum inquisitionis offitium per alium inquisitorem, et cum vidisset dieta iura ipsius deliberavit eum: quod dictus inquisitor facere noluit, nec voluit super hoc habere ve! facere consilio alicuius sapientis, nec delibe– rare voluit nisi mediante pecunia infrascripta, viclelicet florenis auri ducentis » : Quater– ,nus, f.22r-v. 77 Quaternus, 25v. 42r. 78 Quaternus, f.29v-32v. MMP I - 18

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