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SERMONE SULLE PIAGHE DI GESÙ ATTRIBUITO A S. BONAVENTURA 159 - Sermone 3° per il Giovedì Santo: Panis, quem ego dabo ... Expri– mitur in his verbis sacramentale mysteriwn (ivi 253-255). Anonimo in numerosi codici, e in uno attribuito a Niccolò di Biard, è il sermone 3° per il giorno di Pasqua che incomincia: Si con– surrexistis cum Christo ... Eleganter nos docet (ivi 276-280). Attribuito al Dottore Serafico con un discutibile « videtur » è il sermone 2° per il Sabbato Santo: Mortui enim estis ... Verbum istud dirigi potest (ivi 270-272); sermone che a noi risulta essere il primo di una serie di Collationes pro Mortuis esistente in vari mss. e di un autore anonimo. Del minorita francese fra Eustachio (detto Buisine), e non certo di S. Bonaventura, sono i due sermoni seguenti: - il 1°, e relativa collazione, su S. Giovanni Battista: Ecce elongavi fugiens ... Ego vox clamantis... Verba secundo proposita (ivi 538-543); - quello per S. Bartolomeo apostolo : Diligebat enim Ionathas ... Laetabor ego... In aestate (ivi 569-573). Attribuzione da assodare è quella che riguarda il sermone 5° per il Giovedì Santo Venite ad me omnes... Qui audit, dicat... Verbum istud est in Matthaeo (ivi 255-259), il quale se in un ms. è detto di S. Bonaventura, in un altro viene dato come di fra Bonafortuna. Ora è noto che un frate di tal nome, francescano di Parigi e ministro provinciale circa il 1235, fu un dotto predicatore e anche scrittore di una « Summa super sermonibus dominicalibus et festivitatibus », di cui un esemplare col nome di lui è conservato in una biblioteca di Oxford e parecchi altri anonimi nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Di questo stesso Bonafortuna - e non di S. Bonaventura - debbono verosimilmente ritenersi i due Protemi editi a Quaracchi (ivi 731). Infine, non vogliamo tacere che fortemente dubbia ci appare l'at– tribuzione a S. Bonaventura del 5° sermone su S. Francesco: Discite a me... Verbum istud est summi Doctoris (ivi 590-597); sermone fre– quente ad incontrarsi, ma purtroppo variamente rimaneggiato e qua– si sempre anonimo, come nei mss. da cui quello edito è stato tratto. Vero è che in un codice della Bodleiana di Oxford è dato come di S. Bonaventura, ma è altrettanto vero che in un altro dell'Antoniana di Padova si trova fra i sermoni di Servasanto, al quale tutti gli altri appartengono. E qui ci si consenta di far nostra la saggia nota posta dagli Editori di Quaracchi in calce a questo sermone Discite, la quale dice: « Sancto Bonaventurae tribuuntur complures alii de Sancto Francisco sermones... qui vel spurii, vel dubii, vel ita ab aliena manu mutati apparent ut inter Bonaventurianos recipi nequeant » (ivi 597, nota 9).
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