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152 GIUSEPPE ABATE scana, circostanza questa che in sede critica ha pure il suo valore. Sono manoscritti che, tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento, poveri predicatori minoriti dei nostri conventi di Padova, di Assisi e di Todi, si formavano da sé per uso personale, trascriven– do più o meno integralmente sermoni compilati da altri - in preva– lenza da predicatori di chiara fama -, i quali peraltro ben di rado in siffatte miscellanee personali venivano da quelli menzionati. Il p r i m o dei quattro codici, ed anche il più importante, è quello della Biblioteca Antoniana di Padova, che reca per segnatura il il n.513. Membranaceo, di ff. 170, mm. 220 X 170, di scrittura can– celleresca assai minuta, esso può datarsi della fine del sec. XIII o dei primi decenni del XIV. I sermoni in esso contenuti sono oltre 200: brevi e lunghi, domenicali e festivi, sui santi e comuni, senza un ordine e senza nome d'autore (ma, per quanto a noi risulta, in gran parte di scrittori francescani del Duecento), salvo appena qualche rarissima eccezione, com'è, ad esempio, quella che tocca il sermone che pubblichiamo, detto espressamente « fratris Bonaventurae ». Lo citiamo con la sigla P. Il s e c o n d o codice è quello della Biblioteca Comunale di As– sisi (già del Sacro Convento di S. Francesco), che attualmente è se– gnato col n.477. Anche questo è un ms. membranaceo, contenente sermoni di autori anonimi, ma francescani. Ha ff. 156; misura mm. 159 X 118; di scrittura cancelleresca alquanto minuta, non sembra essere di tempo posteriore alla metà del sec. XIV. Vergato da due mani diverse, esso contiene nella sua prima parte una tren– tina di brevi sermoni sui vangeli domenicali, cui ai ff. 80r-81 v segue quello di cui ci occupiamo con la rubrica « In festo S. Thomae Apo– stoli»; nel resto dei fogli poi si hanno circa 50 brevi sermoni di anonimo minorita, fra i quali alcuni su S. Francesco, S. Antonio di Padova e S. Ludovico vescovo di Tolosa. In questo codice il sermone Inf er digitum ( quello di cui ci occupiamo) non è riportato per intero, ma solo nella sua prima metà. Lo citeremo con la sigla A 1 • Il terzo codice trovasi pure nella Biblioteca Comunale di As– sisi, e proviene, come il precedente, dal Sacro Convento di S. Fran– cesco. Ha per segnatura il n. 535. Membranaceo anch'esso, contiene ff. 404 di mm. 170 X 128 e di mm. 195 X 135. Nella sua prima metà - ch'è di minuta scrittura libraria databile della fine del sec. XIII o di poco più tardiva - è un insieme di appunti e grossi frammenti di varì mss. ad uso dei predicatori; quanto poi segue (ff. 178-404) è di ordinaria scrittura libraria della fine del Trecento, e contiene la divulgatissima « Legenda Sanctorum» di Jacopo da Varagine. Il sermone che c'interessa si trova precisamente ai ff. 51r-52v della

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