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498 Essendo poi dimorato in quelle parti per alquanto di tempo et co– noscendo il buon frutto che havea fatto , pregando Iddio nostro Signore non par c'habbi havuto cognitione di quei luoghi, et accenna in certi che credo certo non vi sia stato, o,-pur essendo, deve essere stato per un passaggio, ma non fermo, come e stato qui, si come qui sotto intendera. Deve, dunque, sapere come essendo lo venuto questa settimana qui in questo mio castello di Cer– reto per far la raccolta di grano, et ragionando hieri con certi de qucsti con– tadini a un certo proposito de Capuccini, venni a discoprire come il vostro F. Paulo fu in questo castello assai volte, ma particolarmente una volta vi stette assai tempo fermo e stava in compagnia con F. Mattheo et un'altro F. Prospero, et habitavano in una ch!esiuola lontano qui dal castello for si un miglio verso la montagna, chiamata la detta chiesa S. Martino; et ivi ha– veano fatto un poco de ridotto o stipa, et dormevano come, con reverentia, fanno gll animali. E da queste genti erano sovvenuti di mangiare e bere. Et detto F. Paulo vi stette piit assiduo che F. Mattheo, perché F. Mattheo era piit vagabondo. Et celebrorno la messa et predicorno in questo mio castello piit volte. Et detto F. Paulo fece tra l'altre cose, mentre stette in S. Martino, un bellissimo Crocifisso di rilevo, grande quanto un grand'huomo, et e una delle plit belle e divoti ·imagini che si possa vedere, i1 quale si conserva qui a Cerreto nella chiesa di S. Maria della Piazza, in una cappella apartata, et vi e grandissima devotione; et lo dopo! c'ho saputo esser opra di F. Paulo, mi ha fatto rendere piit divotione de prima. Tale che V. S. pub considerare quanto tempo vi sia stato fermo qui, che, secondo intendo, e stato di plit anni. Et tutte [queste] cose gliele dico di riferto fattomi da questi vecchi, quali erano molto amici delli detti F. Paulo et F. Mattheo, et conversavano insieme molto strettamente, dicendomi ancora dettl contadini che F. Paulo predicava ne! ca– stello rare volte et assai manco di F. Mattheo; et che era plit dotto e plit lette– rato di detto F. Mattheo; e che spesso era visitato in S. Martino da altri Frati de piit bande che seguitavano lo stil suo et habito. Et particolarmente mi hanno detto che un certo Frate Iseppe (sic) da Coldamato, pur castello nostro de Fabriano e vicino qui a Cerretto, essendosi fatto Frate dai zochi e per non so che s'era partito e venuto a S. Martino a trovar questi due Frati, et spoglia– tosi del tutto, dice che F. Paulo et F. Mattheo gli fecero una veste al modo di quelle rascie che si fanno in Schiavonia, e lo vestirno et s'accompagnb ancor lui, 11 quale non e molto ch'e morto Capuccino. Et io l'ho conosciuto, et in– tendo che quando fu fatto alli anni II Capitolo Oenerale in Roma, che certi Cardinali deputati mando per il detto Frate Iseppe (sic), et da lui volst! inten– dere come era stato il principio di questa Religlone ; il quale gli rese conto benlssimo d'ogni cosa. Hora m'e parso havergli dato questa poca de informatione per conto del detto F. Paulo, aedo ritrovandosi o a ragionamento o pur volendo mai far ristampar la sua origine de detti Capuccini, habbi questa chiarezza de plit,

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