BCCCAP00000000000000000000819

CARD, SANSEVERINUS lURA CAPUCCINORUM TUETUR povera Congregatione de Frati Capuccini, .·e Jare che in poco non piu la si vedesse sopra la terra. Sciogliendo la lingua in queste parole, disse : Monsignori miei 111.mi e R.mi , non e cosa (come ben , sano le S.. V.) che piii devemo tener cara: et haver al core, che la 5 salute dell'anime primieramente nostre e poi d'altrui. lo so quanto • quelle sieno amatrici dell' honor _di .Dio e di questa salute desideros . che ho cominciato a dire, e cjo per la bonta loro. lo non starb a pre– garle che per un poco spatio di tempo le me sieno benevoli in ascol._ tarmi, percioché, per la benignitá .che alberga ne gli animi loro, e 10 perché aneo la cosa ch' io son per dire ha tal oggetto e fine ch'ella e degna d'essere ascoltata; e cosl so·n piu che certissimo che volentieri l'orecchie loro benigne m'ascoltaranno. Parlarb alla discoperta e con quelle semplici ·parole che mi sia .possibile. 11 negotio che n' e dato nelle mani e di pfü importanza forse che 15 altri non si pensa ; pero, come cosa che pesa, s' ha da risguardar bene, ,com' egli si maneggia per noi, mirando prim~ nell' honor di Dio, nella salute dell'anime nostre e parimente de nostri prossimi, 11 et ancora considerar si debbe allo scandolo, che ne pub nascere ; e pero torno quasi a dire che da noi s'aprino ben gli occhi e miramo quello che 20 da nOi s'opera. Temo, se non siamo piu che desti) che daremo in qual– che inciampo, di onde ne sara il dishonor di .Dio, a rischio si ponera la salvezza nostra e l' honor insieme et aneo d'altri. Lo scandolo ne seguira manifestissimo, e la ragione e questa. Subito che questa Con– gregatiot1e de Frati Capuccini, per sentenza 11ostra, sara posta sotto la · 25 cura di questi Padri, che tanto la bramano, senza lasciarsi _intendere che cosa li muova, ma io ben veggio il fin loro, i Capuccini comin– ciarono di nuovo sino alle viscere del core ad esser perseguitati, e di tal maniera sara la persecutione che insino ad hora contra essi non e stata una sifllile: Gia sano le Signorie V. 111.me e R.me (perché que- 30 sto e manifesto ad ogn' uno, ché non e stanza in queste corH et in questa Roma che non sieno entrate queste voci) che, dal di che questa povera Compagnia hebbe il suo principio, . non mai han fatto ·altro questi Padri che perseguitarla, anzi hessun'altro come e quanto essi \ , 3 ilisse, om. L 3 ben, om. W 4 dovemo, W, N 5 e poi) e parimente, N 13 impos– sibile, W 15 si, om. L 15 pero] N ad.: non pensano, impero 16 egli) ella, N 17 .parimente) L et N ad.: In quelle 19 quasl, om. W 19. aprino] s'apri molto, N 20 in qualche, om. N 26-27 cominciaranno, L, N

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz