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ch'essi ·dicevano, non era nascoso il tosico, ~~ ...•~··~ fussero da loro poste diceva esser piu che vero quello ne! mólto dolce che porgevano, della rovina nostra. Che ragioni stato a registrare in queste carte per degno rispetto e per alcuno, percioché la giustitla 5 il vieta, e la charita nol non essendo necessita, si dica quello che dir non si deve. I Frati sémplici Capuccini et ·¡ secolari nostri beneffattori qttasi tutti, non sapendo dove giaceva il serpe, né vedendo il laccio che sotto questo cespuglio casi bello e casi verde stava na– scoso, acconsentivano alle ragidni loro, e n'essortavano a dar fine 10 (co 'I sottometterci a essi) a nostri travagli, et accettar l' aiuto loro che n'offerivano. E molti de Cardinali erano parimente di questo me– desimo parere. 11 Padre Generale nostro, et assai de gli altri Padri, 11 i_ 223r erano stabiliti e fermi, prima lasciar la vita che 11 mai dare i1 consenso a cosa tale. E casi ogni giorno vi era che fare per le corti di Roma, 15 e le maní (come dir si suole) si mordevano i nostri amici d' haver perduta quella bella occasione, non volendoci quando haver ne pote– vano sotto la loro ubbidienza, anzi per dir meglio e per piu dire il vero, haverne pigliati nelle reti et astretti nelle catene loro. Havea la Congregation rÍostrá a questo tempo gia pigliata gagliardia 20 tale, e cosi bene e saldamente si trovava fondata, che poco temeva e ,, manco curava della rabbia de qttal si voglia impetuoso vento. II Padre Generale era letteratissimo in ogni scienza e massimamente nella Sacra Teología, era di grandissimo credito per la bonta e .santita sua, fatto da Dio miracolosamente fortissimo e d'animo invito al combattere et 25 al diffendere la povera Congregatione, e ,seco havea parimente huomini di grand' importanza.Vi era il Padre Fra Francesco Titelmano, il Padt"e Fra Francesco .da Jegi, il Padí•e Fra Oiovanni da Fano, il Padre Fra Bernardino ·da Monte dell'Olhió, il Padre Frate Eusebio d'Ancona, il Padre Fra Girolamo de Mbntepulciano, i Padri di Calavria, e molt'al- so tri ch' io non dico, pieni di lettére e di santita di vita ; talché le cose nostre per canto del dire, der diffendersi e dell'opporsi a contrari nostri andavano benissimo, et in ogni lato, parlando, erano intesi. Oli 11 1. 223v amici non lasciavano II cosa alcuna a dietro d'operare che noi andas- 10 essortava, N 12 erano di questo medesiÍno parere parimente anch'essi, W 17 bellls• sima, N 19 nelle reti, om. N 19 astrctti] W ad. : ne lacci 28·29 il Padre - dell'Olmo, om. N
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