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MATTHAEUS ET LUDOVICUS FULOINIAE CONVENIUNT pereioché noi da noi, senza il favore etaiuto suo, non possiaríi nulla, e senza tui questo nostro human . sapere e queste nostre mani non possono pensare né fare cosa buona; percioché slamo instromenfi troppo bassi e vili da noi stessi a far cosa che vaglia. Blsogna dun- 5 que in tutte le nostre attioni l'aiuto superiore di Dio. Noi due (Mi– chel Agnolo fratello) con effetto siamo stati i primi a dar principio a questa honorata eriformata Congregatione, ma (ecco il nostro fallo) la nostra superbia n' ha tolti e discacciati da le!, percioché II quello honore, che da noi dar si dovea a Dio, si faceva tutto il contrario, 10 ché per. esser noi tant'aÚeri e divenuti presuntuosi in guisa che a ·n.oi s'attribuiva quello che di ragione era di sua Divina Maesta. Hor que– sta, questa e stata la cagione e non altra del partir rtostro. Di poi rivolto a Fra Lodovico (che gia per vergogna cominciava a far rosso · il viso), li disse : Carissimo fratello, habbiamo patientia, perché la 15 superbia non piacque mal, né piacer puote a Dio. . A noi dunque dia– mo la colpa e non ad altri, perché nostra ella e di certo. E quivi •fu dato termine al ragionamento loro, et ogn' uno se n'ando dove egli volse e plu Ji piacque. E che meraviglia fu, se essd da noi si tolse ? Percioché aneo 20 dalla prima Compagnia di S. Francesco uno di quei dodeci compa– gni suoi se ne partl e venne appostata ; e quello che fu peggio, essendo dopo la sua partenza divenuto tutto leproso, per impatienza e disperatione s'appico (com'ogn' uno sa) per la gola. E questo gli avvenne (com' e commune et universal credenza di clascuno), per- 25 ché hebbe ardimento di buttarsi il capuccio aguizo, d~to da S. Fran– cesco, dietro alle spalle, vergognandosi di portarlo in capo, et in luogo suo vi pose una beretta, come gia s' e detto '. A questo suo errore n'aggiunge un' altro il beato Angelo nella dichiaratione ch'egli fa della Regola nostra. 11 quale errore e di grandissima con~ideratione, e viene ··. so tal cosa a mostrare la somiglianza di S. Francesco a Christo nostro Salvatore II nello spargimento dell' unguento che fece la Maddalena II t. 22or sopra il suo benedetto capo, et aneo il mormorio e la rovina di Giuda 3 cosa] N ad. : alcuna 6 fratello, om. N 9 da noi] de Jei, N IO e divenuti] et ·disco- noscenti, N 11-12 Hor questa e non altra e stata, W, N; Hor questa, questa e·non altra, L • Cf. supra, p. 356-357.
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