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vono i Prelati ; e come ntostra Agostin santo nella sua Regola data a suoi Frati, dicendo che piit i Superiori lngegnar si devono di farsi amare che temere 1 • Cosl, questo Padre, sempre reverendo, di gran. lunga piu era amato che temuto ; hon perb ch'egli non amasse, e, bi- 5 sognando (quantunque i bisogni fussero di raro), non osservasse la giustitia ; essendo astretto ad esseguirla, vi andava con tanta pieta e con tale e tanta amorevolezza che, mentre egli era giudice, non Iasciava aneo d' esser padre. Mostrava esser offeso da! fallo, ma non gia mai dimostrb che 'l peccatore (come suo prossimo) Ji fusse in dispiacere 10 e che non lo ámasse di core, mirando quello che dice il Padre S. Francesco nella Regola : che andando il peccatore, al Prelato non vuole .ch'egli si adiri, accib la charita non sij .·impedita e vinta ·· dal- 1' ira 2 • Di piit vuole che con misericordia se gli imponga la peni– tentia e non con la crudelta : ned'anco data la pe11itenza vuole che '1 15 fugga; che I'abborisca, che H porti odio; anzi di piit dice che _mostri · •. non tenerne ricordania, accib il suddito non habbia a perdere la fidu– cia, quale perduta, nascono di poi altri inconvenienti. E non punto si doleva delle paterne sue correttioni chiunque da lui andava corretto. Era solito a dire che'I giudice senza esser padre ha del crudele; e ne 20 11 difetti, essendo solamanete dolce e rimeso padre, e simile ad Eli sommo sacerdote ª·: e non esser giudice giusto, si conduce i figliuoli alla rovina ; e perb bisogna accompagnare I' uno e l'altro insieme, in tal guisa che l' uno 11011 si vegga senza l'altro ; e se pur piegare bi- . sogna ad una banda, si pieghi pitt tosto a quella del padre con la 25 misericordia, che verso quelfa del giudice co '! rigore. Non intenden– dosi pero de gli ostinati et incorregibili, perché questi sono merite– voli d'ogni castigo, quale, ancorché sía gagliardo, e nondimeno debile alle colpe loro. , Con le ·· míe ,proprie orecchie gli intesi dire ·cose tali, . e particolar- 30 mente ne! luogo di Sant' Angelo in Vado, e fu nell'anno del Signore 9-10 (come - di core, om. N 12-13 charit/i - dall'ira] carita non sia offesa né impedita dal• !'ira, W 18 chlunqne] chl, L 23 veda, L, N 24 a] verso, W ifj\ i Cf. Regula ad servos Dei, Migne, P. L., t. 32, col. 1384. 2 Regul., c. VII. 3 1 Reg. 11,ll sq. . j'
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