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FRA1'RES CAF'UCCINI ROMA EXPULSI .pessfmo inventore d'ogni sceleratezza, contraDio lstesso ne[cercar del continuo la rovina nostra· .havea un so che .d' imagine e somiglianza d' un duello fra due .cavallieri irati, et insieme assai nemici, che toI:. gono ogn' un di loro a sostentare con I'armi I' impresa sua et i1 suo 5 ,honore. Alla fine, o sía pei·ché egli habbla,il torto, o pur eg[i habbia · manco valore, animo et arte, un di -loro ca.dde a terra, rima- 11 nendo 11 1' o morto o vinto con dlshonor suo, dandosi nelle forze et arbitrio del suo aversario, quale -con gloria se ne va e con trionfo. Cosi a punto avvenne fra Dio altissimo et il misero dragone ne! combattimerito de 'io -nostri affanni. Quando la primiera volta egli vinse, e discacciollo · da! cielo, opro il potente Dio con la sua onnipotentissima potenza il valore di Michel Arcangelo e dell'altra militia celeste•. Nell'aiuto de gli huomini l' istessa sua yotenza, providenza e grandezza, ben spesso qpra gli aiuti de gil altri huomini, non che n' habbia bisogno, ma 15 perché cosl Ji piace ; nondimeno i capi e principali in queste batta– glie e Dio glorioso, e l'altro e il suo ribello. Quella differenza che e dal creatore alla creatura, dall' infinito al finito e-da! supremo ad _un niente, cosl era -differente il valore di Dio e quello di questa be'– stia infernale ; e pero non e meraviglia se quello resta vinto e questo 20 rimane vincitore, conie .sempre e stato, Vero e che a Dio e agevolis– sima cosa il vincere queLdrago e tutti i suoicomplicje !'universo insieme, poiché ad un cenno solo egH creo quanto ci e di creato, et ád un cenno puo tornare parimente _ in nulla questa grande et inesti– mabil macchina del mondo. La superbia, dunque, che sempre germo- 25 glia e vive in lui fa che Lucífero bene spesso si pone a tentar cose indegne, e sa d' haverne a rimanere ingannato e perditore per l' es– _sempio delle perdite passate. Ecco, quan- 11 tunque abbattuto altre volte ne -sia stato, combattendo contra noi in mille modi, insirio (coin'hora havete sentito) íl far imprigionare (éom'altre volte havea fatto) Fra so Lodovico, e ne rimane confuso per la sua liberatione, oprando Dio il mezo d' un signor temporale ; nondimeno non lascia (rodendosi 6 valore] volei-e, W 8 con gloria e trlonfo, W 8 a punto] L et W ad.: (replico) 16 11 suo rlbello] il demonio, N 17 infinito] infermo, W 18 era] e_, N 23 inestimabil] lnestabil, W 25 in lui] in Juclfero, N 1 Jsai. XIV, 12· sq. ¡ ll Petr. IV, 4; Apoc. XII, 7 sq,

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