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225 IV. Utilita del culto mariano Insegna esplicitamente il nostro Santo che non invano noi rendiamo i nostri atti di culto alla Vergine, poiche Essa « e una terra benedetta che rende il centuplo ))_ (Le. 8, 8) (1). « O felici e beati - .esclama - coloro che, ispfrati dallo Spi– rito Santo e mossi da affetto sincero, come mandati da Dio insieme con Gabriele, vanno dalla Vergine e la salutano con l'Angelo, la riveríscono, l'adorano, si cong;ratulano vivament~ con Lei con pio ed interno affetto di devozione! Non potranno infatti non es– sere risalutati da Essa ! - L 'Angelo si allontano da Lei lieto e ap– pagato; cosi pure tutti coloro che con l'Angelo la salutano e la lodano, si partiranno da Lei non senza una abbondantissima conso– lazi.one dello spirito e con copiosi doni celesti. Poiche a Lei non manca ne la f,a1coka ne la volo1nta di impartire le grazie divine, es– sendo stata costituita tesoro e fonte inesausta delle grazie di Dio. Non e stata essa infatti che, piena di grazia e poi ancora piu piena pel sopraggiungere dello Spirito Santo, imparti queste grazie e il divino- tesoro ad Elisabetta e a Giovanni? ... O felici coloro i quali ricevono in tal modo Maria, con pia devozione, nella casa del proprio cuore, pofohe alla sua voce sa, ranno indubhiamente riempiti deU'abbondanza della grazia ce– leste. Cosi, a causa deU'arca el.el testamento, il Signore benedisse in modo meraviglioso la casa di Obededon (2 Rg. 6, 11); sara ar– ricchito di divine bene•dizioni chiunque terra con onore, néll'o· spizio del proprio cuore, questa viva· arca della Divinita. Salutia– mo, frateHi carissimi, con Gabriele, la Vergine Beatissima, ed Angelos ipsius, sunt enim haec diversi generis bona, illa enim ad f.ortu– nam, haec ad virtutem spectant; ita in Virgine Beatissima maternitas ve– luti ad f.ortunam spectabat, sed sanctitas ad virtutem, quae quo perfec– tior est, eo hominem Deo gratiorem et cariorem reddit, qua si Virgo caruisset, aeternam in coelo gloriam minime consecuta fuisset » (p. 562 sJ. · (1) « Nec vano labore in eá colenda frustrabimus; ipsa namque be– nedicta terra est, quae fructum centuplum reddit )) (p. 252). 1_5. - P. G. RoscmNI, La Mariología di S. Lorenzo da Brindisi.

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