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S. LORENZO DA BRINDISI PREDICATORE <lixit, "sìlvae ", non praelo, sed usui proprio destinatae, promptuarii instar quo materia modo provisorio congereretur, occasione data proprie elabo- randa >> ( ro9). A me Lorenzo è apparso uno che stende ampiamente il materiale che dovrà dire dal pergamo; nella stesura, portato dal suo amore per le anime, ha pure, non di rado, veri e propri slanci infocati; ma nel com– plesso è l'uomo più preoccupato di fissare il senso delle parole che si tro– vano nella pericopa evangelica presa a spiegare, e di raffrontarla con altri testi più o meno paralleli della Scrittura, che l'uomo il quale, in procinto di parlare ad un uditorio tiene presente quello che gli dirà. Nel trecento si incontrano molti scrittori che preparano materiale predicabile, a cui danno il nome di Postille. Si potrebbe dare un tal nome anche alle omelie del Brindisino, qualora, però, si escluda da un tal no– me il significato di cosa molto arida, perchè quelle del Brindisino non sono così. Chiamiamole larghe stesure dì commenti oratori sopra le pe– ricope evangeliche· che si leggono durante tutto l'anno nella Liturgia, ov– vero, anche, linee luminose e considerazioni sopra le dette pericope evan– geliche. d) la tecnica Se fosse pervenuto sino a noi il trattato « Modus concionan– di » che gli viene concordemente attribuito, ma di cui si sono fatte da tempo immemorabile ricerche senza poterlo ritrovare (no), sa– rebbe molto facile dire come egli.concepiva il sermone, e come quelli che ci ha lasciati corrispondano alla sua teoria. Ma pur troppo, mancando ta– .le base, bisogna procedere per vie indirette, guardando, cioè, attentamente i suoi scritti. A me, leggendo tali scritti, sono tornati in mente due autori. Il pri– mo è l'inglese Roberto di Baseworn Domenicano, il quale nella sua For– ma praedicandi, pubblicata dal P. Charland, dice che due sarebbero le principali maniere di comporre il sermone, quella francese che fa capo all'università della Sorbona e quella inglese, che fa capo all'università di Oxford; premette per altro ,che quando scriveva (verso il 1320) « quanti sono i buoni sermocinatori, tante sono, in concreto, le forme che si danno ai sermoni» (in). Il secondo è il P. Francesco Panigarola, che, richiesto (109) Opera Omnia val. IV, p. XVI. (no) Ne parla già a lungo l'anonimo francese scrittore della vita di S. Lo– renzo. Cf. Vie, pp. 374-376. (rn) Cf. CHARLAND, Artes praedicandi, pp. 243-244. 7. - S. Lorenzo da Br.: Studi

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